Concordato Preventivo

Concordato Tortella e Coopsette


Relativamente alla vertenza Tortella c'è stato l'intervento di Matteo Aquilino, l'imprenditore che rappresenta l'azienda artigiana creditrice presente al Tribunale di Chieti nel corso della prima udienza perché venisse votata la possibilità di accedere alla procedura concorsuale. In questi giorni i creditori disposti a votare a favore del concordato preventivo potranno decidere di inviare le proprie buste per esprimere il proprio parere. Al contrario, potranno inviare comunicazioni di carattere negativo. Sarò la settimana prossima a sancire il futuro dell'azienda proveniente da Ortona.

La Tortella è la numero uno da un cinquantennio nel settore della produzione di macchine agricole. Attualmente l'azienda per la quale Aquilino vuole mandare avanti le sue ragioni ha già presentato il proprio voto, facendolo presentandosi direttamente in tribunale e scegliendo per la soluzione negativa. L'imprenditore era lì presente assieme ad altre due aziende. E non ha avuto alcuna ritrosia a dichiarare che non si dava parere favorevole al concordato preventivoa. Infatti, la ditta si era espressa in modo negativo alla prima udienza. Tale ditta si trova nell'interland Ortone e vanta dei crediti che sembrano essere di un certo peso. Quindi, Aquilino ha deciso di parlare del motivo che starebbe dietro al volto negativo: non può essere accettato un concordato preventivo sotto il 7%. Ovvero, ai creditori toccherebbe recuperare meno di tale soglia dell'intera somma che spetterebbe loro.

Giusto per intenderci, un debito di 100mila euro potrebbe essere saldato con una cifra che non supera i 7mila euro. La percentuale secondo Aquilino non sarebbe, dunque, accettabile. L'imprenditore riferisce di accettare casomai il 50% e sostiene che tale cifra non possa essere accettata e che sia una vergogna. L'imprenditore difende fortemente i fornitori. Sostiene che la tutela non debba essere solo nei confronti degli operai, ma che anche agli artigiani debbano essere riconosciuti i loro compensi, altrimenti il riconoscimento di una piccola parte significherebbe aver lavorato per nulla. Bisogna cercare di comprendere quale sia l'atteggiamento degli altri creditori.

Tra qualche giorno lo sapremo. Il termine per presentare le buste che contengono il proprio voto a favore o a contrario è ormai in scadenza. Se verrà accettato o meno, il futuro della Tortella sarà più chiaro. Al contrario bisognerà agire diversamente. Sarà necessario trovare qualcuno disposto all'acquisto del polo di produzione, disposto a rimetterlo in gioco. Se ciò non accade, si potrà pensare alla chiusura dell'azienda. I 58 dipendenti sono in attesa di sviluppo e, in ogni caso, sperano in una fine che possa giovare al loro futuro.

Sembra sfumare anche il concordato per la Coopsette di Castelnovo Sotto

Lunedì prossimo a Reggio Calabria non vi saranno piani di salvataggio da presentare al vaglio dei creditori, a meno che non vi saranno novità in questi giorni. La strada che viene prospettata per Coopsette, adesso, è quella della liquidazione coatta. Attualmente sembra essere la strada che deve essere preferita tra quelle disponibili. La presentazione di un piano di concordato preventivo, con il rischio di subire una bocciatura non è certo semplice. Ad esso seguirebbe la strada del fallimento. Esso finirebbe per soddisfare sicuramente la massa creditoria. Non certo la continuità aziendale o la Coopsette per la quale sarebbe preferibile, a questo punto, una liquidazione coatta.

Il liquidatore dovrebbe essere nominato dal Ministero, ma se verrà coinvolta la Legacoop, e nel suo mandato potrebbe esserci quello di continuare le operazioni che sono andate avanti in questi giorni, come ad esempio la possibilità di cedere il settore ferroviario e dei manufatti industriali alla Margheritelli di Perugia. Il presidente Fabrizio Davoli si sta occupando di trattare con i vari soggetti interessati al settore edile, dove è alto il numero dei lavoratori che appartengono alla cooperativa. Sono stati anche fatti dei nomi che poi sono risultati non veritieri. L'azienda, stando alle voci di corridoio, attualmente sta trattando con i colossi che non appartengono al mondo della coop. Tra questi c'è il Gruppo Gavio, che investe in Italia e nel mondo e raggiunge ricavi di quasi 4 miliardi di euro.

L'azienda ha con sé circa 5.600 dipendenti che si dividono tra il settore con cui gestire le reti dell'autostrada e le grandi opere infrastrutturali, i trasporti, i porti, la gestione in concessione dei parcheggi pubblici nelle città, la tecnologia, la nautica, l'energia. Insomma, a largo raggio. L'altra azienda, è invece, la Savio, che si ocupa di edilizia. Il consiglio d’amministrazione di Coopsette dopo l'ultima riunione ha deciso che al liquidatore saranno consegnati più elementi possibili perché le trattative vadano avanti. Si vogliono coprire 12 milioni di debiti tra posti di lavoro, soci e sovventori. Si è sempre investito su credito di capitale e prestito dei soci. Il credito di capitale è per coloro che andranno in pensione. Se l'impresa fallisce, tali crediti diventano capitale. Il presito sociale è chirografario.


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