Concordato Preventivo

Concordato preventivo per evitare il fallimento: come funziona


Una norma del 2005 ha introdotto ben tre nuove procedure alternative alla dichiarazione di fallimento. Per consentire di alleggerire i costi delle procedure. I costi di una dichiarazione fallimentare, infatti, non riguardano solo il soggetto principale. Ogni procedura fallimentare costa molto allo Stato. Da questa considerazione generale nasce la possibilità di richiedere un concordato preventivo. Tale concordato è in grado di evitare di arrivare alla dichiarazione fallimentare. Possiamo, quindi, optare per una soluzione più conservativa e più rapida. In questo caso si eviteranno sprechi economici, lentezza delle procedure e soprattutto si tenderà a mantenere l'azienda attiva. Una scelta questa che può soddisfare anche i creditori che vedranno dimezzare i tempi del recupero.

Come funziona il concordato preventivo

La situazione che porta al fallimento viene considerata dal legislatore una situazione irreversibile. Ciò non può fare altro che concludersi in un stato d'insolvenza dove vengono considerati i presupposti in maniera oggettiva. Per quanto riguarda invece le varie procedure alternative alla procedura fallimentare, il legislatore ha ritenuto meritevole di attenzione identificare lo stato precedente a quello di fallimento. In questo caso si indicheranno le condizioni precedenti allo stato d'insolvibilità, identificato uno stato di crisi. Questo perché, a differenza del precedente, lo stato di crisi lo consideriamo come una condizione reversibile, dalla quale quindi si è in grado di uscire. L'obiettivo delle procedure alternative a quella di fallimento è proprio quella di garantire la reversibilità della condizione e salvare personale e impresa.

Possiamo quindi considerare il concordato come uno strumento che può essere posto all'azienda debitrice per evitare una procedura di fallimento. Lo dobbiamo concepire come un accordo tra le parti. Rappresenta un accordo giudiziale, grazie al quale il debitore e i vari creditori trovano un compromesso sulle modalità con cui estinguere il debito contratto. Chiaramente c'è una mediazione. Sappiamo quanto sia difficile trovare un accordo. Non è una questione semplice, soprattutto perché deve essere approvato dai creditori. Non tutti possono accedere al concordato preventivo. Dal momento che è stato concepito per salvaguardare le imprese, è prevalentemente utilizzato da imprenditori commerciali. In questo caso sarà proprio l'imprenditore a proporre una piano di risanamento ai propri creditori.

Le fasi del concordato preventivo

Una prima proposta di risoluzione, definita anche proposta di ristrutturazione del debito, può comprendere diverse azioni. La proposta dovrà soddisfare in maniera adeguata i vari creditori. Ad esempio, può essere proposta una cessione dei propri crediti. Oppure può essere parte del concordato preventivo attribuire ai creditori quote societarie. O ancora può essere prevista qualche operazione finanziaria alternativa usufruendo di alcuni strumenti di finanziamento e di titoli di debito. Si può, chiaramente, delegare a un addetto. Sarà suo compito la gestione burocratica e amministrativa di tutte le varie attività dell'impresa che ha proposto il concordato. Si può anche prevedere una divisione dei creditori in classi di debito. Le classi dipenderanno degli interessi economici.

Una proposta di concordato può inoltre considerare di non soddisfare per interezza nemmeno i creditori. Nemmeno quelli che appartengono alla classe più alta. L'importante è non cambiare l'ordine delle classi di creditori. In questo caso è fondamentale accordare una percentuale minima che soddisfi i loro criteri di liquidazione. Tale quota deve essere adeguata alla loro classe di appartenenza. Si andrà così per gradualità relativamente alle classi di credito. In tal modo possiamo salvaguardare le imprese di spicco che fanno economia Italia. Ma come si può fare domanda per accedere a un concordato? Prima di tutto dobbiamo essere degli imprenditori in una situazione di crisi. Potremmo poi fare domanda al Tribunale di competenza. Ricordiamoci che sarà nostro compito quello di compilare la relativa domanda di ammissione.

Il Tribunale competente nei casi di concordato preventivo

Cosa succede una volta inviata la domanda d'ammissione per accedere a un concordato preventivo? L'imprenditore commerciale che si trova in stato di crisi dovrà aspettare la risoluzione del Tribunale competente. Sarà quindi il Tribunale a valutare caso per caso l'ammissibilità. Cosa sarà valutato? Il Tribunale competente dovrà valutare in prima battuta la situazione del patrimonio del richiedete. Il richiedete dovrà allegare alla domanda tutte le relative informazioni economiche. La documentazione, inoltre, dovrà presentare una certificazione di un professionista per essere considerata una richiesta ammissibile. Solo se riconosciuta ammissibile si potrà procedere con il concordato. Se non dovesse essere ammesso il concordato, il Tribunale dovrà dichiarare il fallimento. Questo sarà dichiarato con una sentenza separata.

Cosa succede una volta che viene accettato il concordato da parte del Tribunale competente? La procedura prosegue passando allo passo successivo. Passeremo quindi al voto da parte dei creditori che ne hanno diritto. Ricordiamo che sono loro quelli che devono accettare la proposta del debitore. La proposta del concordato deve essere votata da tutti i creditori aventi diritto al voto. Se la maggioranza dei creditori vota a favore della proposta di concordato preventivo quest'ultimo sarà approvato. Una volta superato il primo scoglio, ovvero il voto favorevole dei creditori, il Tribunale lo potrà omologare con un decreto motivato. Come detto poco sopra, in caso contrario il Tribunale sarà tenuto a emettere sentenza di fallimento.

I vantaggi del concordato preventivo

Tra i tanti vantaggi del concordato preventivo vi è la possibilità, da parte dell'imprenditore, di continuare ad amministrare i propri beni. Soprattutto potrà continuale l'attività commerciale. Potrà mantenere attiva e produttiva la propria impresa. Ricordiamo che in questa caso sarà cura del commissario giudiziale controllare tutto. Dovrà occuparsi di tenere sott'occhio le azioni per tutta la durata della procedura. L'imprenditore sarà supportato dal tribunale per redigere una proposta in grado di poter soddisfare tutti i creditori. In questo modo si rinvierà l'esito della proposta al loro inoppugnabile giudizio. I creditori avranno in mano le sorti dell'azienda. Potranno votare a favore o a sfavore della proposta. Ricordiamo che la proposta sarà certificata da un professionista e dal Tribunale competente.

Quali sono le procedure alternative al concordato preventivo?

Vediamo adesso sinteticamente le procedure alternative al concordato preventivo. Abbiamo visto finora come questa procedura possa rappresentare una grande opportunità per un imprenditore in crisi. Infatti, grazie al concordato preventivo, si può mantenere la propria azienda e accordarsi con i creditori su una proposta alternativa in grado di salvare l'azienda, Esistono almeno altre due procedure alternative. La prima è rappresentata dall'accordo di ristrutturazione dei debiti. In questo caso l'accordo prevede l'accettazione della procedura da parte del 60% dei creditori. La seconda procedura alternativa al fallimento è il piano di risanamento. Questa, a differenza delle altre due, è un piano strategico a opera esclusiva del debitore, dove quindi non vi è l'interferenza del Tribunale.


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