''Tu quoque, Brute, fili mi''. Chi non conosce questi versi, riferiti a uno tra i più conosciuti traditori della storia. Sono infatti tre i traditori che Lucifero dilania tra i suoi denti nel XXXIV canto nell'Inferno dantesco, e uno di questi è proprio lui, Marco Giunio Bruto. È questa la sorte che Dante immaginava per i traditori dei benefattori. Nell'immaginario comune assieme a Giuda troviamo infatti anche Bruto e Cassio, gli assassini di Giulio Cesare.
La moneta nota come EID MAR è un pezzo raro, di valore inestimabile, risalente al 42 a.C. Lo stesso Bruto coniò questa moneta, assieme ad altre centinaia di migliaia di esemplari oggi andati perduti. Ne sopravvivono circa un centinaio, ritrovati per lo più in Grecia. Le indiscrezioni dicono che gli appassionati di numismatica pagherebbero almeno 300000 euro per aggiudicarsi questa rarità e portarsi a casa un pezzo di storia romana.
Questa moneta presenta l'effigie di due pugnali e un berretto da un lato, il volto di Bruto dall'altra. È riconoscibilissima la scritta ''EID MAR'' sul lato dove potrete vedere i due coltelli. Ciò fa riferimento proprio agli eventi delle Idi di Marzo del 44 a.C, ossia la data dell'assassinio di Cesare nel calendario romano. Sull'altro lato potrete leggere la scritta ''BRUT IMP'', che fa riferimento al comandante Bruto.
La rinomata casa d’aste numismatica Stack’s Bowers Galleries ha annunciato la vendita di questa prestigiosa moneta nell’asta Global Showcase. Per comprendere la rarità e preziosità di questa moneta, basti pensare che due anni fa un collezionista ha acquistato la rarissima versione in oro della stessa (un aureo) per la cifra vertiginosa di quattro milioni di dollari. Tutt'ora è una delle monete più antiche e più preziose esistenti.
EID MAR: storia di una moneta straordinaria
Facciamo un salto nel passato, immergiamoci nella Roma antica degli anni precedenti la morte di Cesare, per capire la storia di questa moneta.
Chi era Bruto
Innanzitutto, proviamo a capire chi fosse Bruto. Per via della frase attribuita a Cesare in punto di morte, molti potrebbero erroneamente pensare che Bruto fosse realmente figlio di Giulio Cesare. Non è così. Questa è una leggenda postuma, dovuta probabilmente al legame sentimentale tra Cesare e la madre di Bruto, Servilia. Bruto nacque presumibilmente nel 85 a.C. da Servilia e Marco Bruto. Fu in seguito adottato dal nonno Quinto Servilio Cepione, per cui il suo nome adottivo divenne poi Quinto Servilio Cepione Bruto.
Bruto era un giovane colto, amante dei principi repubblicani e quindi riluttante all'idea di una supremazia personale di Cesare sulla repubblica romana. Nemico giurato di Pompeo, entrò nei favori di Cesare passando a queste informazioni tattiche e strategiche importanti durante la guerra civile che vide come protagonisti Cesare e Pompeo. Crasso, il terzo uomo del triumvirato, era infatti già morto quando Cesare decise di varcare con le sue truppe il Rubicone, limite politico dello Stato romano. Con questa azione Cesare dichiarò di fatto guerra allo Stato. Fu invece accolto come un trionfatore dal popolo, cosa che sollevò lo sdegno del senato e di patrioti quali Cassio e Bruto, i quali non potevano accettare che Cesare si dichiarasse Re di Roma. Bruto Interpretò il gesto di Cesare come tradimento.
L'assassinio di Cesare
È così che iniziò il complotto per l'assassinio del tiranno Cesare, che si materializzò quindi nell'assassinio del trionfatore di Roma. I 60 congiurati, per lo più senatori romani, infersero a Cesare ventitré pugnalate il 15 Marzo del 44 a.C., ponendo così fine alla scalata al potere assoluto del popolarissimo generale. Cesare morì, ma Bruto e Cassio dovettero fuggire per salvare le loro vite. Contrariamente alle loro aspettative, non furono visti come liberatori dal giogo della tirannia da parte del popolo. Da sostenitori della repubblica a traditori della patria: i sostenitori di Cesare riuscirono ad avere la meglio e a comunicare questa idea al popolo. Seguirono quindi altri due anni di guerra civile.
La battaglia di Filippi
Bruto e Cassio provarono a mettere insieme un esercito di fedeli, per pagare il quale le monete con l'effigie EID MAR vennero coniate. Due anni dopo la morte di Cesare, esattamente nel 42 a.C., avvenne la battaglia decisiva. Cassio trovo' la morte (suicida) per via della sconfitta dei suoi uomini contro le truppe di Marco Antonio, mentre per Bruto la fine dei giorni avvenne a Filippi, in Grecia, per opera dell'esercito di Ottaviano. Inferiori di numero ma superiori in preparazione militare e tattica bellica, gli uomini di Ottaviano riuscirono a sconfiggere Bruto e i suoi seguaci.
Ciò che resta di quei giorni nefasti sono gli eventi narrati da storici eccezionali e poche monete di valore straordinario. A quel tempo le monete venivano coniate in oro o argento. L'effigie stampata su di esse era un po' un segno di riconoscimento, un modo per comunicare, dato che chiunque disponesse di metallo prezioso poteva coniarle.
Così Bruto e Cassio, ferventi sostenitori della repubblica, non fecero altro che trasformare Roma in un Impero. Con il loro gesto estremo fermarono Giulio Cesare. Ma i tempi erano ormai maturi per il periodo imperiale. Gaio Ottavio Turino, meglio conosciuto come Ottaviano o Augusto, diventò il primo imperatore romano dal 27 a.C. al 14 d.C.
Una moneta rara verso l'asta
La moneta coniata da Bruto, testimone di eventi storici importantissimi, è stata messa all'asta. Recentemente sempre più appassionati di numismatica comprano, online o in-person. Aggiudicarsi un pezzo raro a un'asta diventa sempre più popolare. Quanti avvenimenti sono concentrati in una moneta così piccola! Questa in particolare ci racconta 2067 anni di storia nostrana.
Per aiutare i nostri lettori a comprendere cosa e quale sia il mercato di queste monete, forniamo alcuni esempi. Abbiamo già citato l'aureo battuto per 4.2 milioni di euro, ora però restituito alla Grecia. Notevole anche il prezzo d'asta del sesterzio di bronzo dell'imperatore Adriano, aggiudicato al fortunato collezionista per 2,5 milioni di dollari.
Il medaglione aureo di Massenzio, per esempio, esiste tutt'oggi in soli due esemplari: è stato venduto per circa di un milione di euro.
Tipicamente sono gli aurei del periodo imperiale le monete più quotate su mercato. Senza sminuire pezzi storici come la moneta di Bruto, il loro prezzo tipicamente si aggira tra i 2000 e i 7000 euro. Man mano che ci sia avvicina alla nascita di Cristo e poi con la successiva decadenza dell'Impero, la moneta romana comincia a perdere valore.
Appassionati di numismatica, non perdete gli aggiornamenti: presto sarà pubblicato il giorno dell'asta dell’EID MAR del 42 a.C.
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