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Coraggioso contro gli usurai ma messo in ginocchio dai debiti


Aveva avuto il coraggio di lottare contro l’usura: nel 2008 grazie alla denuncia dell’imprenditore agricolo Roberto Battaglia 5 esponenti del clan dei Casalesi erano finiti in manette. Ma il suo impegno contro questo racket non è bastato a sollevarlo dai debiti che colpivano l’azienda, che al momento impiega circa 30 dipendenti.

Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha respinto la sua richiesta di dilazione di 3 o 4 mesi per la vendita all’asta della sua azienda agricola, fissata per il 9 Febbraio prossimo. Ma il coraggioso imprenditore non si arrende e lancia un appello al Governo incatenandosi davanti alla prefettura di Caserta e ha minacciato perfino di iniziare un disperato ma lucido sciopero della fame.

A lui si sono uniti, in segno di solidarietà e compattezza contro l’usura, altri imprenditori nella stessa situazione di crisi. Il Commissariato Anti-Trust ha concesso a Battaglia un mutuo di 600 mila euro ma la cifra non è stata ancora erogata e l’imprenditore lamenta di non essere in grado di rispettare le scadenze per pagare il mutuo se l’azienda viene venduta all’asta.

All’asta, oltre all’azienda di Caiazzo, in provincia di Caserta, finiranno le sue proprietà di Sessa Aurunca. La storia, per come si sta evolvendo, non è di sicuro un messaggio di esortazione a tutti coloro che stentano a trovare il coraggio di denunciare l’usura e le minacce. Confagricoltura ha espresso piena solidarietà all’imprenditore che dovrebbe essere per tutti un esempio positivo e andrebbe perciò aiutato e non certo ostacolato ed ha quindi esortato a concedere subito il mutuo affinché questo possa avere una qualche utilità pratica.


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