Fallimento

La situazione delle compagnie di traghetti italiane: quali sull'orlo del fallimento?


La prospettiva di un fallimento delle compagnie di traghetti in Italia è più vicina. Stando al primo Rapporto Shipping Italia 2020, il settore, prima della pandemia, vantava un patrimonio di 12,7 miliardi di euro e 48.800 lavoratori. Adesso, stando al dato Assoporti sui movimenti portuali 2020, le crociere sono scese del 94,6%, i traghetti del 46,7% e i trasporti locali del 49,2%. I trasporti delle merci resistono: + 2,7% (fonti: Nomisma e Ansa). Per l'Italia, un Paese a vocazione marinara la cui economia si poggia anche sugli scambi marittimi, queste sono brutte notizie. Questo articolo si propone di analizzare tutto nel dettaglio. Saranno esaminati alcuni casi, e si parlerà delle prospettive future generali.

Gli operatori navali in Italia

L'Italia è uno dei Paesi la cui economia si basa anche sui commerci navali fin dai tempi antichi. Per esempio, il blocco della nave portacontainer Ever Given nel Canale di Suez evidenzia quanto il Paese si affidi al commercio del Made in Italy con l'Asia. Il suo caso è indicativo di come il commercio navale stia cambiando dal 2008. Difatti, c'è una maggiore necessità di navi più grandi per ridurre il rapporto tra peso e costo (Fortune Italia). Non è un caso che Cristoforo Colombo abbia definito l'Italia come una terra di navigatori (fonte: Articolo 21). I principali operatori navali sono Moby Lines, GNV, Liberty Lines, Grimaldi Lines e Tirrenia. A essi seguono Caronte & Tourist, Caremar, NLG e Corsica Ferries - Sardinia Ferries (fonte: Ferryhopper).

Le misure sanitarie dei governi Conte e Draghi stanno contenendo i contagi da Covid-19. Tuttavia, senza adeguati ristori e bonus, le restrizioni hanno messo in difficoltà diversi settori, come la ristorazione e il turismo. E giacché alcuni settori sussistono anche grazie al trasporto delle merci tramite navi, la crisi economica complessiva risulta più grave. Il fallimento delle compagnie di traghetti sta colpendo o potrebbe colpire gran parte degli operatori appena citati. Tuttavia, nei casi presi in esame, c'è chi reagisce praticando degli sconti e c'è chi ricorre presso i Tribunali del Fallimento. Al momento, ed è il caso di dirlo, nessun'azienda ha ancora ammainato le vele. Malgrado ciò, nessun epilogo è scontato.

I casi Caremar, Caronte & Tourist e Liberty Lines

La pandemia potrebbe essere la causa principale del possibile fallimento delle compagnie di traghetti. Tuttavia, alcune problematiche esistevano già, anche se il Covid-19 non ha migliorato la situazione. Per esempio, la Caremar non ha ancora adeguato i propri mezzi navali alle esigenze delle persone con disabilità, nonostante l'emanazione di una sentenza al riguardo emessa dal Tribunale di Napoli nel 2019 (fonte: Isola Verde TV). E l'impresa era già stata condannata a reintegrare sette addetti alla biglietteria nel 2020 (fonte: Impresinforma). Molti lamentano una pressoché totale mancanza di servizio, che sembra ingiustificata anche con le restrizioni. Difatti, i tragitti con soli cinque passeggeri paiono essere all'ordine del giorno (fonte: Il Dispari Quotidiano).

Le imprese Caronte & Tourist e Liberty Lines hanno fatto fronte comune, incontrando Teresa Bellanova, il viceministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili. Vincenzo Franza, AD di Caronte & Tourist, ha richiesto al governo l'erogazione di maggiori contributi e ristori al fine di completare o progettare delle infrastrutture materiali e immateriali. Un esempio è il rinnovo delle flotte del Trasporto Pubblico Locale marittimo. Marco Montalbano e Alessandro Forino, amministratori delegati di Liberty Lines, hanno dichiarato di aver presentato i tanti servizi che l'azienda sta erogando per dimostrare la loro volontà di resistere alla crisi. Entrambi hanno fatto una menzione speciale del sito di Trapani dove la compagnia costruisce, ripara e mantiene i mezzi della sua flotta (fonti: Oggi Milazzo e Messina in Diretta).

I casi Grimaldi Lines e Corsica Ferries - Sardinia Ferries

Alessandra Grimaldi, consigliere di amministrazione della Grimaldi Lines, ha dichiarato che l'attività aziendale non ha conosciuto dei rallentamenti, e che si è operato sia in presenza che tramite smart working. Inoltre, sono previste delle assunzioni per i dipendenti nell'area hotel e nell'area coperta e macchina, oltre che per il personale di terra. Infine, la Grimaldi Lines sta puntando sulla promozione estiva "Desiderio d'estate" che prevede uno sconto del 20% sui viaggi verso Sicilia, Sardegna, Spagna e Grecia. Nonostante ciò, il Tar ha confermato la multa da 150.000 euro emanata dall'Antitrust nel 2014 che l'impresa deve pagare per aver fornito informazioni ingannevoli sulle tariffe (fonti: Il Secolo XIX, Worky.biz, Corriere Marittimo e Ansa).

Il rischio di fallimento delle compagnie di traghetti come la Grimaldi Lines comporta la possibilità che i dipendenti perdano il loro impiego. E con esso, in molti casi, la loro unica fonte di reddito. Ciononostante, abbiamo già visto che tale rischio non è un'esclusiva di quest'azienda. E altre stanno facendo il possibile per scongiurare questo spettro. Un altro esempio è costituito dalla Corsica Ferries - Sardinia Ferries. La compagnia offre uno sconto del 30% sulle prenotazioni effettuate fino al 7 aprile 2021 e per i viaggi da effettuare entro il 30/11/2021 verso Sardegna, Corsica, Isola d'Elba e isole Baleari. Il suo sconto e quello della Grimaldi Lines potrebbero incoraggiare più persone a navigare. E più passeggeri ci saranno, maggiori saranno gli introiti (fonte: Nove da Firenze).

Il caso Moby Lines e Tirrenia

Moby Lines ha presentato un piano di rilancio presso il Tribunale di Milano. Il suddetto piano prevede la vendita di alcuni asset e l'arrivo di due nuovi traghetti. In passato, Moby aveva presentato un piano di ristrutturazione del debito che non aveva incontrato approvazione. Inoltre, aveva rischiato il fallimento nel settembre 2019, ma il Tribunale di Milano aveva rigettato l'istanza. La pandemia ha infine compromesso le sue finanze già stremate. Tirrenia ha una situazione ancora incerta: i suoi debiti con lo Stato ammontano addirittura a 180 milioni di euro. Ma il gruppo Onorato ha già annunciato un piano per la ristrutturazione dei suddetti debiti ai sensi dell'articolo 182 bis della Legge Fallimentare (fonte: La Stampa).

Il fallimento delle compagnie di traghetti è inevitabile?

In conclusione, gli operatori navali in Italia stanno affrontando la crisi economica con diversi metodi. La loro sopravvivenza non è importante solo perché ciascun operatore ha del personale che potrebbe rischiare di essere lasciato a casa. Ma anche perché il fallimento di anche uno solo degli operatori comporterebbe un effetto domino. Infatti, molte aziende, come quelle del commercio al dettaglio, contano sull'ottima funzionalità dei collegamenti marittimi. In particolare, le imprese che traggono profitto dall'export dei loro prodotti verso i Paesi stranieri. La situazione complessiva rimane stabile, anche se in alcuni casi il futuro è incerto. Lo Stato, aiutando questi imprenditori, potrebbe contribuire a un rilancio dell'economia italiana in tempi più rapidi.


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