Espropriazione

Le case virtuali di Teglio sottoposte ad esproprio


A Teglio, in provincia di Sondrio, c’è stata un’espropriazione da parte della direzione investigativa antimafia di Catania.

La Dia lunedì mattina ha sequestrato i beni immobili per un valore di circa 500 mila euro a Salvatore Navanteri, ritenuto un elemento di spicco del clan mafioso Nardo, confederato al Santapaola di Catania.

Tra gli immobili sottoposti a sequestro c’è stata anche una proprietà di Teglio. Si tratta di un piccolo appartamento ricavato dall’ex Colonia Aem di Teglio.

Chi, però, conosce la zona, sa che in quel caso appartamenti da espropriare non ce ne sono. Il complesso è alquanto degradato. Gli appartamenti sono appartamenti fantasma.

La vicenda ha avuto inizio quindici anni fa: nel ‘99 l’Aem vendette la colonia, che è passata di mano in mano fino ad arrivare ad una società immobiliare che aveva tra i soci dei valtellinesi finiti nei guai, anni fa, per truffe immobiliari.

I componenti vennero arrestati a Milano nel 2006, le indagini si incentrarono attorno all’ex colonia. Dopo aver acquistato il complesso, la società ha chiesto le autorizzazioni per realizzare degli appartamenti e anche una trentina di box interrati, ma tutte le pratiche presso il Comune di Teglio sono rimaste incomplete, niente si è mai realizzato. Dunque, l’intero lavoro è rimasto completamente campato in aria.

Eppure, molti appartamenti inesistenti sono stati venduti a prestanome che, per l’acquisto, andarono ad accedere mutui in diversi istituti bancari, senza ovviamente mai rientrare del debito.

Quando le banche hanno chiesto ai proprietari delle case virtuali il pagamento delle abitazioni, non ricevendo nulla sono partiti i pignoramenti. Il punto è, cosa si poteva chiedere a proprietari di case virtuali?

Le singole cause sono state riunite in un unico procedimento che è finito sul tavolo del dottor Pietro Della Pona, dove si procedette a pignorare l’intero complesso.

L’asta casualmente è stata chiusa lunedì scorso. In serata le buste avrebbero dovuto essere aperte, ma finora, pare che queste ultime non siano giunte a destinazione. La vicenda resta molto chiara, sebbene, sicuramente vi siano dei punti di domanda. Ciò che non è chiaro è sicuramente l’affiliazione al clan mafioso, sulla quale bisogna concentrarsi e restringere la cerchia.

Salvatore Navanteri è uno dei prestanome che ha aperto i mutui per conto dell’associazione? Oppure non c’entra, ma ha ricevuto l’intestazione di uno degli appartamenti virtuali. Domande che restano ancora senza risposta.


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