Legge Fallimentare

Cessione crediti bloccati, PMI a rischio fallimento


Effetto Boomerang per il Superbonus Ciò che sembrava un'iniziativa innovativa volta a mutare l'aspetto edilizio del Paese si è rivelato una giungla burocratica piena di ostacoli. A oggi sono migliaia le aziende la cui cessione crediti è bloccata, per oltre cinque miliardi di euro non accettati dalle banche. Se inizialmente le imprese hanno incentivato la richiesta del bonus, anticipando il denaro per i lavori, trainati da un grande entusiasmo, adesso rischiano il fallimento totale. La mancanza di liquidi si riflette con cantieri bloccati, pagamenti in ritardo dei fornitori, licenziamenti e impossibilità nel pagare i dipendenti, a prescindere dalla dimensione dell'impresa stessa.. Per capire meglio questa dinamica è necessario fare un passo indietro: per usufruire del Superbonus, infatti, le imprese edili potevano donare lo sconto in fattura ai clienti e chiedere successivamente la cessione crediti alla banca che però non è scontato che accettasse la domanda. La motivazione è semplice: le varie frodi e le continue limitazioni che si sono susseguite negli ultimi mesi hanno portato gli enti a lavarsene le mani, troppi vincoli e poche certezze hanno esasperato le banche e non solo. Le nuove domande possono ancora ricevere il bonus in quanto sono state formulate agevolazioni con il fine di sbrogliare i fili della matassa ma cosa succederà per le vecchie domande?

La svolta per lo smobilizzo In una situazione sociale preoccupante - dovuta a diversi fattori anche esogeni - in cui le PMI sono sul punto del non ritorno, il Governo sta cercando nuove strade da percorrere per lo smobilizzo dei crediti edilizi. Il primo passo è consentire alle banche di utilizzare i crediti in eccesso del 2021 per l'anno successivo, concedendo quindi di applicarli nel corso di due anni fiscali. Questa linea permetterebbe di agevolare la liquidazione dei vecchi crediti. Un'altra alternativa a cui il Governo sta pensando è concedere alle banche di poter utilizzare la cessione crediti per l'acquisto di BTP ovvero Buoni del Tesoro Poliennali con scadenza maggiore ai dieci anni. Al momento questa soluzione non può essere applicata alle imprese edili. Le nuove domande avranno invece la possibilità di utilizzare quattro cessioni di credito, di cui due con le banche. Questo iter snellito da un lato consentirà un notevole incremento nella gestione delle pratiche ma dall’altro comporterà il rischio di aumentare i costi a causa dei quattro passaggi da seguire, con il rischio di perdere completamente l'utile dell'impresa.

Tutte le novità È ormai chiaro che ci saranno nuove modifiche ma la tendenza comune è non toccare più le regole che strutturano la cessione crediti ma bensì differenziare la forma dei bonus edilizi. In primis, c'è il problema delle villette unifamiliari che per usufruire del Superbonus hanno il vincolo di finire il 30% dei lavori entro la fine di settembre. Questa limitazione non può sussistere laddove migliaia di cantieri sono bloccati in attesa di nuove direttive. Ecco perché quasi sicuramente la scadenza verrà prorogata verso fine ottobre o anche oltre. Un'altra novità è l'aggiunta di altri materiali innovativi da annoverare nella lista dei rivestimenti per il risparmio energetico. In questo modo le imprese potranno utilizzare materiali meno dispendiosi ma consentire comunque il risparmio energetico e il miglioramento del cappotto termico, tra gli obiettivi del bonus. Ci sono altre ipotesi di cui attualmente si sta parlando, tutte rivolte allo sblocco dei crediti ma anche ad affrontare e superare alcune questioni rilevanti come l'aumento esorbitante dei materiali di produzione, questione che tocca dal vivo anche le imprese che hanno deciso di non affidarsi al bonus. Il proposito è avere al più presto un dialogo con il Governo e velocizzare i lunghi tempi della burocrazia, i quali, sicuramente non seguono i ritmi vincolanti del Superbonus.


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