Legge Fallimentare

Il Consiglio di Stato si esprime sulle modifiche al Codice della Crisi d'impresa e dell'insolvenza


Il Consiglio di Stato, con il parere 832 del 13 maggio 2022, si è pronunciato sullo schema di Decreto Legislativo contenente le modifiche al Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza in attuazione e recepimento della Direttiva 2019/1023/UE (cd. “Direttiva Insolvency”).

Un Codice poco chiaro? La Commissione Speciale del** Consiglio di Stato**, in apertura del proprio parere, ricostruisce i numerosi avvicendamenti normativi che hanno interessato la materia i quali, certamente, non hanno aiutato a garantire coerenza e completezza sistematica all’ambito concorsuale. Il contesto è stato riportato ad unità - evidenzia il Consiglio di Stato - proprio grazie al Decreto legislativo n. 14 del 2019 il quale tenta altresì di superare la vetustà di alcune norme rimaste invariate nel tempo allineando, così, una materia come quella concorsuale alla novella dei tempi. Nel parere in analisi non si manca di evidenziare come la Direttiva 2019/1023/UE miri non solo “a rafforzare l’armonizzazione delle procedure nazionali in materia di ristrutturazione preventiva e insolvenza per garantire il corretto funzionamento del mercato interno e l’esercizio delle libertà fondamentali di circolazione dei capitali e di stabilimento” ma anche a fornire un itinerario comune e lineare per fronteggiare qualsiasi tipologia di difficoltà di un'impresa in crisi, tutelando tutti i soggetti coinvolti.

La normativa UE Lo schema di decreto legislativo che modifica il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, in attuazione della direttiva dell'Unione Europea 2019/1023 è stato in prima battuta approvato dal Consiglio dei Ministri riunitosi in data 17 marzo 2022. L'obiettivo sotteso è quello di garantire in tutti gli Stati membri dell’Unione normative omogenee in materia di crisi d’impresa nell’ottica di avere un mercato interno più funzionale in cui gli scambi e la circolazione dei capitali siano maggiormente - ed omogeneamente - tutelati.

I Ministeri coinvolti All'elaborazione dello schema di decreto, sulla base delle proposte portate avanti dalla Commissione per l’elaborazione di interventi sul Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, hanno preso parte anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dello Sviluppo economico, il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi e il ministero dell’Economia.

Cosa è cambiato Per quanto riguarda le misure di allerta (articolo 3 della direttiva), il titolo secondo dello schema di decreto non prevede più gli indicatori della crisi o l’intervento del Pubblico ministero. L'obiettivo è attivare le procedure che preservano il valore aziendale e i livelli di occupazione. La normativa sul concordato preventivo in continuità aziendale ha subito l'intervento più incisivo, mentre è stato meno rilevante quello al concordato meramente liquidatorio e a quello con assuntore. Tali modifiche puntano a consentire agli imprenditori una più ampia libertà di azione, oltre che a dare maggior valore al consenso dei creditori e a limitare gli interventi da parte del tribunale.

Nuovi esperti e formazione specifica Il Consiglio di Stato ha inoltre sottolineato "l'importanza di una formazione specifica per tutte le figure coinvolte, dagli esperti della composizione negoziata ai Giudici e gli imprenditori. Necessario anche un maggior coordinamento" con i "quadri di ristrutturazione preventiva" e con gli altri strumenti di regolazione della crisi previsti nel Codice o introdotti ex novo, a danno degli obiettivi di semplificazione perseguiti dalla direttiva.

Le perplessità espresse dal Consiglio di Stato Il Consiglio di Stato ha inoltre espresso perplessità circa il nuovo piano di ristrutturazione soggetto a omologazione. Sarebbe infatti bastato modificare e adattare il procedimento unitario, insieme agli accordi di ristrutturazione dei debiti e del concordato preventivo in continuità aziendale, posti dalla legge di delegazione europea.

Maggiore efficienza L'intervento ha riguardato anche l’efficienza e la rapidità delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione ai fini di poter attuare gli artt. 26 e 27 della direttiva. Si rende noto che il Codice della Crisi di impresa e dell’insolvenza è stato emendato e modificato a mezzo di un nuovo Decreto correttivo (sempre attuativo per taluni aspetti della Direttiva Insolvency) approvato dal Consiglio dei Ministri nell’adunanza del 15 giugno 2022 in cui si è tenuto conto anche del parere reso (e qui commentato) dal Consiglio di Stato.


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