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Pasta Zara: parte il piano di rilancio


La Amco S.p.A. ha da poco stanziato una somma di ben 25 milioni di euro per il piano di rilancio di Pasta Zara. Conosciuta per lo slogan «la classica pasta italiana», l'azienda trevigiana dalla storia ultracentenaria, ha contratto dei debiti tali da depositare una richiesta di concordato preventivo presso il Tribunale di Treviso nel 2018 (fonte: Il Gazzettino). In questo articolo si farà qualche passo indietro per raccontare le travagliate vicende di quest'impresa. Ma si farà anche qualche passo avanti per riferire la sua situazione attuale. Alla fine, si faranno delle previsioni riguardo ai possibili scenari futuri in cui potrebbe trovarsi l'azienda produttrice di pasta, sfarinati e cous cous fondata a Castelfranco Veneto.

Dalle origini al 2013

In origine, nel 1898, Pasta Zara era un piccolo laboratorio di pasta. È diventata un'attività industriale solo nel 1918. E ottiene la sua attuale denominazione dopo la seconda guerra mondiale, nel 1965. L'azienda è sempre stata sotto la guida della famiglia Bragagnolo da quattro generazioni. Furio Bragagnolo è l'attuale presidente dal 1997. A oggi, Pasta Zara conta uno stabilimento produttivo centrale e uno spaccio pasta Zara a Riese, oltre che a stabilimento produttivo a Rovato e uno a Muggia. I suoi prodotti sono presenti in 108 paesi in tutto il mondo, e in Italia sono acquistabili presso i supermercati Lidl, Eurospin e Prix Quality Le sue linee di punta sono la “Selezione Grani Pregiati“ e la selezione “Senatore Cappelli“ (fonte: sito di Pasta Zara).

Prima di parlare del piano di rilancio, è bene risalire alle origini della situazione finanziaria che ha portato la Amco S.p.A. a finanziarlo. Nel 2009, la Friulia S.p.A., la finanziaria della regione Friuli-Venezia Giulia attiva dal 1967 e con sede a Trieste, acquisisce il 10,34% di Pasta Zara. Nel 2013, un altro 18,86% della società della famiglia Bragagnolo finisce nel portafoglio della Simest - Finanziamenti Agevolati, società del Gruppo Cassa depositi e prestiti attiva dal 1991 e con sede a Roma. La famiglia Bragagnolo detiene il restante 74,86% di Pasta Zara tramite la Flauf Sa, una holding che ha sede in Lussemburgo (fonti: Foodweb, sito della Friulia S.p.A. e della Simest).

I debiti

Nonostante queste acquisizioni, Pasta Zara è costretta ad affrontare un periodo di crisi. Le azioni della Banca Popolare di Vicenza (che si trova in liquidazione coatta amministrativa in seguito al Decreto-legge numero 99 del 2017) e di Veneto Banca (anch'essa in liquidazione coatta amministrativa) che erano in suo possesso conoscono una fase di svalutazione. Nel 2017, si viene a sapere che l'azienda ha subito una perdita finanziaria che ammontava a circa 25 milioni di euro. Il che significa che il suo patrimonio netto ammontava a circa 70 milioni di euro. Ma ci sono altri fatti da raccontare prima di parlare del piano di rilancio (fonti: Il Mattino di Padova e Alimentando).

Pasta Zara, nel maggio 2018, si ritrova con dei debiti che ammontano a circa 255 milioni di euro. Complice il mancato pagamento delle cedole di un minibond che ammontava a 5 milioni di euro, l'impresa ha dovuto ricorrere al concordato preventivo presso il Tribunale di Treviso proprio a causa di quanto era successo alle suddette banche venete. Nel 2019, Angelo Rodolfi, specialista delle ristrutturazioni aziendali presso la società 3X Capital di Bergamo, riceve la nomina di amministratore delegato dell'azienda di Treviso. Tuttavia, nel 2020, la Barilla acquisisce lo stabilimento produttivo aziendale di Muggia, versando la somma di ben 118 milioni di euro (fonti: Rovato.it, Tribuna di Treviso, cislveneto.it e IlSole24Ore).

Continuità aziendale e dipendenti

Nonostante Pasta Zara si ritrovi in una situazione di concordato preventivo, il Giudice Delegato Bruno Casciarri le ha garantito una continuità aziendale (fonte: Portale dei Creditori). Il che è una buona notizia per i dipendenti della società trevigiana. Infatti, nel 2016, si contavano ben 446 dipendenti, di cui 150 operanti nell'ex stabilimento di Muggia. A proposito, dopo la cessione alla Barilla, nessuno di loro ha perso il proprio impiego. Anzi, i loro nuovi datori di lavori si sono fatti carico delle passività di Pasta Zara verso di loro. Inoltre, la Barilla avrebbe ceduto una quantità decrescente di prodotto all'azienda trevigiana nel corso dei prossimi quattro anni e mezzo (fonte: sito della Rai).

I dipendenti rimasti hanno la possibilità di poter assistere alla ripresa della società della famiglia Bragagnolo anche grazie al piano di rilancio finanziato dalla Amco S.p.A. Lo scopo di questo finanziamento è permettere a Pasta Zara di estinguere i suoi debiti almeno in parte, ma non solo. Le dovrebbe consentire anche di fare fronte ai suoi impegni finanziari. Ci sono i presupposti per una sua ripresa anche perché, durante i primi tempi della pandemia da Covid-19, il settore alimentare in cui opera in toto è risultato praticamente immune di fronte a quarantene e lockdown. Infatti, si parla di un aumento del 19% di vendite rispetto al 2019 (fonti: Distribuzione Moderna e Agrifoodtoday).

L'azienda oggi

La Pasta Zara, complice le iniziative governative relative al rilancio dei prodotti italiani prodotti in loco, è molto attiva anche sui social media. Sta attualmente promuovendo la cucina di tutte le regioni con lo slogan "Dove ti porterà la tua estate italiana?". Le altre sue iniziative social insistono sul fatto che la sua pasta venga prodotta con materie prime e operando nel massimo rispetto dell'ambiente. Quest'ultimo è un dettaglio quanto mai attuale alla luce degli ultimi allarmi lanciati a proposito del clima. Infine, mette a disposizione degli utenti una serie di ricette con cui valorizzare la sua pasta, soprattutto per mezzo del suo canale YouTube (fonte: sito e canali social media di Pasta Zara).

Il futuro dopo il piano di rilancio

In considerazione di quanto detto sopra, è possibile prevedere che Pasta Zara possa uscire ben presto dalla sua situazione debitoria. Essendo i suoi prodotti in commercio anche a livello internazionale, può anche contare sul fatto che, nel 2020, l'export agroalimentare (relativo ai prodotti alimentari, al tabacco e alle bevande) ha conosciuto un aumento del +1,9% rispetto al 2019. L'esportazione della sola pasta, indipendentemente dal brand che la produce, è aumentato del +16%. La causa dietro a questo successo risiede nell'esigenza di consumare dei prodotti salutari. E giacché Pasta Zara è da sempre tra gli alfieri dell'alimentazione genuina, è plausibile un vero e proprio boom di vendite nei prossimi anni (fonte: Exportiamo.it).


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