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Parah, il brand di costumi made in Italy è più forte del fallimento


Decretato dal Tribunale di Busto Arsizio il fallimento della storica azienda italiana di costumi e abbigliamento da spiaggia Parah. Nata tra gli anni '50 e '60 a Gallarate, in provincia di Varese, grazie all'iniziativa imprenditoriale dei coniugi Edda Paracchini e Giovanni Piazzalunga, l'impresa partita come piccola corsetteria era cresciuta decennio dopo decennio affermandosi a livello internazionale negli anni '80, soprattutto grazie alla produzione di costumi da bagno.
A seguito della presentazione nel dicembre scorso di un’istanza di fallimento da parte di una società immobiliare creditrice, l’azienda aveva chiesto l’ammissione alla procedura di concordato preventivo cui aveva fatto seguito l’apertura della fase di liquidazione. Ora è stata fissata al prossimo 19 ottobre l’udienza per l’ammissione dei creditori. Nonostante queste vicissitudini, l’appeal del marchio Parah resta immutato tanto che il brand, rilevato da una nuova compagine di soci con sede a Latina, continuerà a vivere insieme a costumi e abbigliamento da spiaggia sotto l’insegna Parahsol che proseguirà la produzione nello storico stabilimento di via Leonardo da Vinci, sempre a Gallarate. Il fallimento, infatti, riguarda solo la vecchia Srl che, stando agli ultimi dati disponibili sul portale fashionnetwork.com, aveva chiuso il bilancio 2017 con un fatturato vicino ai 10 milioni di euro, in linea con quello del 2016. I nuovi imprenditori al timone di Parah hanno acquisito, oltre al marchio, anche negozi e linea beachwear (costumi e abbigliamento da spiaggia). Sempre un passo avanti, grazie alle intuizioni prima dei fondatori Edda Paracchini e del marito Giovanni Piazzalunga, poi del figlio Gregori, Parah ha scritto la storia dell’intimo e dei costumi da bagno made in Italy puntando, per prima, su marketing e innovazione di prodotto. Prima l’idea di convertire parte della produzione di corsetti al fine di realizzare costumi e coordinati mare, poi la creazione di una rete commerciale su scala nazionale, e ancora, negli anni ’70, la rivoluzione della moda beachwear con costumi dalla linea audace e campagne pubblicitarie di grande impatto, affidate a testimonial provocanti che per la prima volta troneggiavano ammiccanti dai manifesti giganti affissi agli incroci delle grandi città. Tra gli anni ’80 e ’90 Parah torna a produrre intimo di alta qualità e, anche in questo caso, lo fa innovando: sotto il marchio di Gallarate nascono i reggiseni senza cuciture, i primi push-up e, via via, nuovi prodotti che sanciscono definitivamente il primato, anche a livello internazionale, dell’azienda lombarda. Non a caso, proprio in questi anni, Parah apre i primi store europei della sua storia, una storia, a quanto pare, più forte anche di questo fallimento.


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