Il piano concordatario non ha convinto il giudice: decisivo il venir meno del contributo pubblico
Non sono tempi facili per compagnie aeree e aeroporti. Di fallimenti del cielo abbiamo parlato diverse volte in questo sito, ma anche la parte dei servizi a terra non se la passa bene. Mercoledì 18 ottobre è arrivata la notizia del fallimento della società di gestione dell’aeroporto di Capannori, in provincia di Lucca. Il tribunale ha respinto - secondo quanto scrive l’edizione locale de La Nazione - la richiesta del concordato. Il giudice del tribunale toscano non è stato convinto della fattibilità del piano di rilancio presentato, soprattutto perché verrà a mancare il sostegno del Comune di Lucca che ha deciso di non ricapitalizzare la società, ritenendo che la gestione diretta di uno scalo aeroportuale non debba essere tra le priorità di un ente pubblico.
Il sindaco: "Dispiaciuto, è venuta meno un'opportunità di sviluppo"
”Sono dispiaciuto - ha spiegato il sindaco di Capannori Luca Menesini - visto che in quasi tre anni abbiamo lavorato perché la società potesse camminare con le proprie gambe”. Nel febbraio del 2015 era stato ottenuto dall’Enac la concessione per la gestione e nel frattempo l’amministrazione ha diminuito il contributo pubblico alla società (in tre anni circa 285mila euro, ricorda il sindaco). Si è poi cercato di creare una rete di soggetti, sostenuti dalla Regione, che volessero investire. Un’operazione che per Menesini era riuscita ma che il giudice non ha valutato positivamente: “Ne prendiamo atto - ha aggiunto - e nei prossimi giorni approfondiremo le ragioni della sentenza”.
Le tappe della vicenda e il futuro dello scalo
La priorità ora è garantire il futuro all’aeroporto che si trova nel cuore di Capannori. Decaduta con il fallimento la concessione, sarà l’Enac a mandare un commissario per la gestione dell’infrastruttura e a lanciare il bando per la nuova gestione, come avvenuto in altri scali italiani. Il destino dell’aeroporto toscano si è consumato nel giro di pochi mesi: il 29 luglio il Comune aveva ceduto ad una società il 51 per cento e ha poi chiesto il concordato in continuità per dare vita ad “un progetto veramente nuovo”. Si parlava allora della valorizzazione economica del patrimonio aeroportuale e dello sviluppo del progetto del polo aerospaziale della Toscana. L’istanza di concordato era stata presentata il primo agosto. Niente da fare, si ricomincia. Nel dichiarare il fallimento il giudice Giacomo Lucente ha fissato la prima udienza al prossimo 29 maggio, nominando curatore il dottor Mario Margara.