Sul fermo dell’attività del Fellini arriva dalla CGIL e dalla FILT CGIL di Rimini un intervento molto più aspro e circostanziato in merito alle responsabilità di quanto è successo.
Lo slogan è abbastanza chiaro, “bisogna riaprirlo subito”, recita
Lo slogan delle due associazioni sindacali non lascia spazio a dubbi: “Bisogna riaprirlo subito”. Nel frattempo è giunta notizia dell'impegno del curatore fallimentare in merito alla proroga della cassa integrazione.
“L’Aeroporto di Rimini chiude per responsabilità del gruppo dirigente e della politica locale e regionale – spiega a chiare lettere la nota – che lasciano alla collettività tutto il peso delle ricadute economiche, occupazionali e di immagine con conseguenze negative enormi per tutto il territorio. E anche la convocazione del tavolo permanente, voluta strenuamente dal Prefetto a cui va tutto il nostro unico plauso per l’impegno profuso, ci sembra un disperato tentativo o meglio la definitiva presa d’atto del fallimento del tentativo di tenere aperto, con una gestione straordinaria, l’Aeroporto Fellini”.
I tre fattori che hanno portato la vicenda a degli esiti negativi
Sebbene si parli di corrette procedure, il sindacato ha sottolineato i tre fattori che hanno portato agli esiti negativi l'intera vicenda: “una eccessiva rigidità del Tribunale mostrata nel non concedere una proroga di esercizio decidendo di chiudere in maniera perentoria lo scalo riminese al 31 di ottobre 2014; il mancato versamento di una cifra utile a mantenere l’esercizio provvisorio fino al 31 dicembre, da parte del vincitore del bando, Airiminum, vista la precaria situazione gestionale in essere al Fellini. Infatti, se avesse provveduto al versamento, come ci si attendeva visto che gli era stato assegnato il massimo punteggio a conclusione del bando di gara, le cose forse potevano andare diversamente; la mancata trasparenza rispetto all’identità del soggetto gestore a garanzia di tutti ma in particolare dei lavoratori areoportuali del Fellini e per non incorrere in ulteriori slittamenti e/o eventuali ricorsi da parte di altri concorrenti”.
Le tre richieste provenienti dai sindacati
La CGIL ha formulato le seguenti tre richieste: “una chiara prospettiva per l’Aeroporto Fellini con una decisa accelerazione nell’assegnazione della gestione dell’Aeroporto; l’impegno da parte del potenziale assegnatario a intraprendere i necessari contatti con le compagnie per scongiurare il loro spostamento su altri scali, inoltre a rispettare gli adempimenti previsti dal bando e a garantire gli attuali livelli occupazionali; per quanto riguarda gli incontri già in calendario, questa mattina si è svolto quello tra le organizzazioni sindacali e il curatore fallimentare, che a seguito della nostra richiesta si è impegnato a prorogare di 6 mesi la cassa integrazione in scadenza il 26 novembre. Una disponibilità che apprezziamo anche perché, al momento è l’unico strumento in grado ti tutelare i lavoratori dal licenziamento e di fornire la possibilità di un futuro occupazionale”.
Intanto una rappresentanza della CGIL ha presenziato alla Conferenza Permanente convocata dal Prefetto di Rimini per affrontare il problema Aeroporto alla luce dei recenti sviluppi.
Dopo l’incontro la FILT CGIL sta valutando con i lavoratori dell’Aeroporto Fellini una possibile mobilitazione.
Bonfatti della Carim spiega che si è disposti a tutto pur di salvare l'areoporto
"Dal miracolo in giù siamo disposti a sostenere qualsiasi azione, a questo punto estrema, di salvataggio dell'aeroporto di Rimini". E' la parola del presidente Bonfatti di Banca Carim che si leva, uno dei maggiori creditori della fallita Aeradria. Tuttavia il curatore fallimentare ha deciso di escludere la banca dal comitato dei creditori accreditati.
Secondo Bonfatti, la chiusura dello scalo dal 1 novembre è una notizia terribile, perché il Fellini è un'infrastruttura "indispensabile a tutte le aziende del territorio".
Intanto vi è una vera e propria caccia ai responsabili, fatta iniziare da Enac che ha puntato il dito contro il Tribunale di Rimini reo di aver negato la proroga dell'esercizio provvisorio, dice: "Non è il modo più costruttivo per risolvere il problema. Ma spiega: "Il tribunale in questa storia è solo uno dei coprotagonisti, assieme a Enac, al curatore fallimentare, al comitato dei creditori. Comitato dei creditori che è stato invitato assieme al curatore fallimentare ad esprimersi rispetto all'eventualità della proroga".
Lo scorso 11 ottobre, come sappiamo, il tribunale ha convocato il curatore fallimentare e il comitato dei creditori per sentire cosa ne pensassero. Il curatore aveva da tempo messo sul tavolo le ragioni del diniego: la totale inesistenza dei soldi. Tra i cinque creditori ammessi davanti al giudice Talia se ne sono presentati tre: due a favore della proroga e uno contrario. Qualche giorno dopo, il 15 ottobre, il tribunale ha palesato la sua decisione: lo stop all'esercizio provvisorio che ha scatenato la maratona senza sosta del prefetto Claudio Palomba per scongiurare la chiusura dello scalo.
"Noi, esclusi ad arte dal comitato dei creditori, se ci fosse stato chiesto, avremmo senza dubbio risposto sì alla continuità aeroportuale", dice Bonfatti. "Perché se anche vi fossero stati dei risultati negativi per uno o due mesi, la valutazione complessiva dell'esercizio sarebbe stata certamente positiva. Ed è per questo motivo che qualsiasi soluzione alternativa sarà valutata nelle prossime ore, Carim, nelle sue vesti di Banca del territorio, non si sottrarrà al proprio ruolo. A patto, però, che tutti gli altri attori coinvolti facciano altrettanto".
Il timore di Bonfatti è che con la chiusura dello scalo ed i voli dirottati, le compagnie aeree preferiranno non rischiare andando a Rimini, in quanto ciò che è accaduto, potrebbe ripetersi.