Bancarotta

La bancarotta semplice e fraudolenta


Cosa si intende per bancarotta semplice?

La bancarotta si individua in qualsiasi contesto in cui un'impresa o una società vengono dichiarate in liquidazione giudiziale da una sentenza, con conseguente perdita del patrimonio dei creditori. Sussistono, però, due condizioni a sé stanti: bancarotta semplice e documentale. La bancarotta semplice incorre quando il proprietario compie delle azioni non sicure che comportano la perdita dei patrimoni sociali o personali degli utenti, queste azioni però non sono compiute in maniera intenzionale. Lo stesso reato configura anche in quei casi in cui l'imprenditore non ha tenuto registro dei libri contabili per i tre anni precedenti alla dichiarazione di liquidazione giudiziale o fin da quando ha inizio l'impresa qualora questa avesse avuto un tempo breve.

Che cos'è la bancarotta fraudolenta documentale?

La bancarotta fraudolenta documentale è una condotta illecita fraudolenta in cui l'imprenditore, o chi per lui, distrugge volontariamente i documenti e i libri contabili dei tre anni precedenti alla dichiarazione di liquidazione giudiziale (o dall'inizio dell'impresa) con il fine intenzionale d'impedire il controllo o la ricostruzione dei fatti. Rispetto alla bancarotta semplice, quindi, è chiaro che quella fraudolenta implica maggiore responsabilità e ciò si traduce con una pena più severa.

Qual è la pena?

La pena è direttamente proporzionale alla responsabilità del reato per cui potrebbe non essere semplice stabilire se si sia trattato di una bancarotta semplice o documentale. In linea generale chi si macchia di una bancarotta semplice può essere recluso da seimesi a due anni a seconda della gravità. Nel caso, invece, di una bancarotta documentale si parla di una reclusione che va dai tre ai dieci anni. Nello specifico, ci sono da attuare delle differenze comportamentali che hanno prefigurato queste due condanne così diverse tra loro. Sarà il giudice a esaminare i casi e a comportarsi di conseguenza. Ad esempio, vediamo quali azioni rientrano nelle accuse di bancarotta semplice e fraudolenta.

Nell’articolo 323 del Codice della Crisi d’Impresa si legge che un imprenditore viene recluso per bancarotta semplice quando: ha sostenuto spese personali o per la famiglia eccessive rispetto alla sua condizione economica; ha consumato una notevole parte del suo patrimonio in operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti; ha compiuto operazioni di grave imprudenza per ritardare l’apertura della liquidazione giudiziale; ha aggravato il proprio dissesto, astenendosi dal richiedere la dichiarazione di apertura della propria liquidazione giudiziale o con altra grave colpa: non ha soddisfatto le obbligazioni assunte in un precedente concordato preventivo o liquidatorio giudiziale;

Nei tre anni antecedenti alla dichiarazione di liquidazione giudiziale ovvero dall’inizio dell’impresa, se ha avuto minore durata, non ha tenuto i libri e le altre scritture contabili o li ha tenuti in maniera irregolare o incompleta.

Nell’articolo 322 del Codice della Crisi d’Impresa, invece, - si legge che un imprenditore viene punito per bancarotta fraudolenta quando: ha distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato in tutto o in parte i suoi beni ovvero, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori, ha esposto o riconosciuto passività inesistenti; ha sottratto, distrutto o falsificato, in tutto o in parte, con lo scopo di procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto o di recare pregiudizi ai creditori, i libri o le altre scritture contabili o li ha tenuti in guisa da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari; durante la procedura sottrae, distrugge o falsifica i libri o le altre scritture contabili; a scopo di favorire un creditore, a danno degli altri, esegue i pagamenti o simula titoli di prelazione.

In queste pene incorrono non solo gli imprenditori o i proprietari di una società ma anche gli amministratori, i direttori generali, i sindaci e chiunque abbia liquidato la società, secondo quanto legittimato dagli articoli 329 e 330 Codice della Crisi d’Impresa. Ci sono casi speciali, dettati dall’art. 326 Codice della Crisi d’Impresa, in cui sono previste delle aggravanti ovvero se il danno cagionato è di grave entità; se sono stati commessi più reati di bancarotta se il soggetto non poteva esercitare un’impresa commerciale.

Abbiamo capito quali sono le pene per la bancarotta semplice e fraudolenta? Ma cosa accade in un secondo momento?

Le pene accessorie anch'esse sono correlate al tipo di pena. Chi è condannato a una bancarotta semplice, una volta finito il periodo di reclusione non potrà ricoprire un ruolo in un ufficio direttivo né esercitare in un'impresa commerciale per 2 anni. Chi invece è incorso nel reato di bancarotta fraudolenta documentale non potrà esercitare in un'impresa né ricoprire un ruolo in un ufficio direttivo per 10 anni. Una volta terminati questi periodi, i soggetti incriminati potranno ritornare alla normalità senza paura di incorrere in sanzioni o ulteriori pene.

Il reato di bancarotta fraudolenta è prescrivibile?

L'Italia tiene conto della prescrizione e vara un periodo di 10 anni - secondo l'articolo 157 c.p. - affinché il reato non sia più perseguibile. Questo vale sia per la bancarotta semplice sia per la bancarotta documentale. La tempistica si abbassa per la bancarotta preferenziale, ovvero quella tipologia di bancarotta in cui il soggetto emetteva pagamento verso un solo creditore, come via preferenziale rispetto agli altri. In quest'ultimo caso il termine di prescrizione è di 6 anni. Il periodo scatta dalla data di sentenza del fallimento. Il patteggiamento è sempre previsto, nella situazione in cui il responsabile ammette di essere colpevole può ottenere lo sconto di un terzo della pena, rinunciando così al suo diritto di provare la sua innocenza.


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