Bancarotta

Bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale: quanti casi in Italia nell'ultimo anno?


Il Ministero della Giustizia, con il D.Lgs. numero 14 del 2019, ha emanato il Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza per contrastare i fenomeni di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale in Italia. Il suddetto Codice diventerà effettivo il prossimo 1 settembre 2021. E tuttavia, il D.Lgs. numero 147 del 2020 ha emanato delle nuove disposizioni. Modificando quelle originarie, hanno fatto sì che fino alla fine di agosto, non è chiaro quali saranno le implicazioni del Codice per quanto riguarda questi due ambiti (fonte: IPSOA). Ma come si configurano esattamente questi due reati? E quali sono state le statistiche in merito nel corso di quest'anno che sta per giungere al termine?

Definizioni di evasione fiscale e bancarotta fraudolenta

Per evasione fiscale s'intende un reato che si commette quando non si pagano le tasse, o le si pagano versando un importo inferiore rispetto a quello stabilito. Qualsiasi condotta che violi gli obblighi di natura tributaria verso l'Erario si configura come evasione fiscale. La condanna prevista è la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni. Ma se gli importi non versati al Fisco sono minimi e l'evasore non commette dei gravi illeciti, il reato sussiste, ma solo a livello amministrativo. Il che significa che chiunque venga condannato in queste circostanze pagherà delle sanzioni economiche, ma non affronterà alcuna conseguenza penale (fonti: Money e La Legge Per Tutti).

La bancarotta fraudolenta avviene quando un imprenditore o un'impresa commette una frode o una serie di frodi per peggiorare il proprio stato debitorio. E quindi danneggia le pretese dei propri creditori. Il reato è disciplinato dall'articolo numero 5 della Legge Fallimentare ed è classificabile in tre tipologie: preferenziale, documentale e per distrazione. Nel primo caso, il debitore ripaga i debiti avanzati solo presso alcuni creditori. Nel secondo caso, il debitore altera o distrugge i libri contabili, o incarica una terza persona di agire in tal senso al posto suo. Infine, nel terzo caso, il debitore nasconde o distrugge alcuni beni per sottrarli alle pretese dei suoi creditori (fonte: Studio Cataldi).

La situazione nel 2020

La penale introduce il concetto di bancarotta fraudolenta per distrazione "riparata", con la sentenza numero 34290 del 2020. In questo caso, il reato viene privato dell'elemento materiale, in quanto la sottrazione o l'occultamento dei beni viene in qualche modo compensato da una qualunque attività che li reintegri. E questo prima che il fallimento venga dichiarato e che i creditori apprendano che i beni che potrebbero acquisire tramite asta giudiziaria potrebbero non essere più disponibili. In questo modo, il debitore è come se riuscisse a riabilitare la propria immagine e non risultasse più come potenziale cattivo pagatore, precludendosi la possibilità di ottenere dei futuri finanziamenti da parte degli istituti bancari (fonte: IPSOA).

Il Centro studi di Unimpresa, tramite un'analisi, ha registrato il seguente dato nel 2020. Il Fisco non ha incassato 5 miliardi di euro destinati al pagamento dell'IMU. Inoltre, non ha ricevuto 1,7 miliardi di euro di accise sui prodotti energetici. Ogni anno, lo Stato registra la mancanza di circa 107,3 miliardi di euro. I reati di evasione fiscale hanno sottratto all'Erario quasi 110 miliardi di euro. La maggior parte delle perdite riguarda le tasse, con oltre 96 miliardi. Ma anche i contributi previdenziali, con 11 miliardi. Stando alle statistiche, gli evasori hanno sottratto all’IRPEF circa 38 miliardi, tra 33 miliardi per i lavoratori dipendenti e 5 miliardi per i lavoratori autonomi. Hanno altresì causato all’Iva una perdita di oltre 36 miliardi (fonte: Corriere della Sera).

I casi nel 2021

Nel corso dell'ultimo anno, l'ISTAT ha finora registrato 2.704 condanne per bancarotta fraudolenta e 4.337 condanne per evasione fiscale. Ecco due esempi recenti, uno per ciascun reato. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza ha sequestrato preventivamente 1.161.052,58 euro a una società di capitali di Bassano del Grappa che commerciava cancelleria, carta e cartone. La causa? Non l'aver versato l'Iva dal 2017 al 2019. Nelle stesso periodo, a Ivrea, il collegio del tribunale ha condannato a due anni l’ex amministratore di un'impresa che aveva contratto dei debiti di 28 milioni di euro. Questi debiti erano composti da imposte e contributi non pagati al Fisco (fonti: ISTAT, Il Gazzettino e Quotidiano Canavese).

Un'altra conseguenza del reato di bancarotta fraudolenta la si riscontra anche nella situazione dei lavoratori dipendenti dell'azienda che ha commesso l'illecito. Il mese scorso, la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato 19 milioni di euro a nove familiari titolari di una S.p.A. di Magenta proprio con quest'accusa. A causa della dichiarazione di fallimento del 2018 per dei debiti sui 200 milioni di euro, l'impresa aveva lasciato a casa 100 lavoratori dipendenti. Gli accusati distraevano del denaro dalle casse aziendali fin dal 2008. Nel gennaio precedente, la stessa Guardia di Finanza aveva sequestrato un frutto dell'illecito acquistato nel 2014. Ovvero, un palazzo signorile settecentesco situato a Noto, in Sicilia (fonte: Milano Today).

Le fatture e gli scontrini non emessi

Un fenomeno che rappresenta meglio di ogni altro esempio il reato di evasione fiscale è la mancata omissione volontaria di fatture e scontrini. Infatti, è vietato non rilasciare alcuna ricevuta, se un cliente ha acquistato un bene o ha usufruito di un servizio. Il reato si applica anche ai liberi professionisti che non emettono una ricevuta ai fini della partita IVA. Anche a causa dei dipendenti in nero, il Fisco quest'anno ha perso 77,8 miliardi di euro. Il Decreto Legge numero 471 del 1997 stabilisce che i condannati pagano una sanzione amministrativa. Ma possono anche essere costretti a chiudere il negozio e interrompere definitivamente la loro attività (fonte: Tasse-Fisco.com e Veronaeconomia).

Legislazione sulla bancarotta fraudolenta e sull'evasione fiscale

Secondo uno regime premiale (una misura prevista nell'articolo 10 del decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011) in fase di elaborazione, chi si autodenuncia per non aver emesso fatture e scontrini può godere di sconti sulle tasse e sulle sanzioni. Nel frattempo, come è già stato affermato, i reati di bancarotta fraudolenta e di evasione fiscale conosceranno una nuova regolamentazione dal 1 settembre 2021. Non si farà più dunque riferimento agli articoli numero 216 e numero 217 del regio decreto numero 267 del 1942. Ma si terrà ancora in considerazione quanto hanno stabilito gli articoli 322 e 323 del decreto legge numero 14 del 2019 (fonte: IPSOA e Studio Cataldi).


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