Asta Giudiziaria

I drammi dietro le aste giudiziarie


A Grottamare l'ennesima tragedia: l'uomo aveva addirittura preparato un piano attraverso il collegamento di cavi elettrici cosparsi di benzina per far saltare in aria il palazzo dove abitava all'arrivo dei vigili. Il piano, per fortuna, ha avuto un esito negativo, evitandosi dunque la strage.

Rischiata una vera e propria tragedia nel Valtesino

Una volta escluso il pericolo la strada è stata restituita alla viabilità e le persone allontanate dalle abitazioni vi hanno potuto fare rientro. Alle 13 i vigili del fuoco hanno avvertito con i propri strumenti una forte perdita di gas all'interno dell'abitazione dell'uomo: l'esplosione era vicina essendo stata già superata la soglia di allarme di esplosione. I pompieri hanno così allontanato la famiglia del primo piano nonché tutti i residenti della zona. Le parole del sindaco Enrico Piergallini, per ora si sono concentrate solo sull'operato dei vigili del fuoco, definito encomiabile.

Altro dramma a San Michele Salentino

L'imprenditore Cosimo Maggiore è un testimone di giustizia il quale denunciò nel 2008 i suoi estorsori, con grande coraggio, in quanto si trattava di appartenenti alla Sacra Corona unita di Torre Santa Susanna. Maggiore lavorava nel settore degli infissi e vive a San Pancrazio, in provincia di Brindisi, proprio il luogo in cui vive la figlia del capo di Cosa Nostra, Totò Riina.
La Sacra Corona unita di Torre Santa Susanna è una delle mafie più temute nel nostro paese, alimentata dal silenzio e dall'omertà. L'imprenditore non nasconde il nome dei suoi estorsori: ben sette finiscono in galera. Le conseguenze? Un abbandono totale da parte dello Stato e le sue parole di disprezzo sono comprensibili. Ci si chiede come mai in un paese com il nostro i collaboratori di giustizia vengano tutelati meno dei testimoni. Dalla fedina pulita decidono di denunciar Uno schiaffo in un paese dove i collaboratori di giustizia vengono tutelati meglio dei testimoni, gente che non ha commesso alcun ree il racket. Dopo un primo periodo collegato alla raccolta delle testimonianze, personaggi come Maggiore sono lasciati a sé, senza alcun sostegno. Legislativamente sono parificati a livello di tutela ai pentiti.

Il tentativo di suicidio

La denuncia della mafia ha portato solo ad esiti negativi. Nessun lavoro ed addirittura un'azienda che finisce all'asta e che spinge l'uomo a tentare il suicidio.
Maggiore si è chiuso in azienda per porre fine a questa storia. La disperazione è tanta, le richieste d'aiuto restano inascoltate. La storia continua da circa sette anni ed ora si è arrivati all'asta giudiziaria. Le tutele sono azzerate, la dignità di un uomo è spenta, dopo una vita di sofferenza. Non è stata applicata la legge prevista per la sospensione del pagamento delle contribuzioni ordinarie. O meglio, non ne è stata riconosciuta l'applicazione. Trovandosi davanti alla sostituzione dei lucchetti della propria azienda, Maggiore, ormai stanco di lottare, col peso di una sconfitta addosso, ha deciso di farla finita. 

Un caso come questo apre una vera e propria polemica

E' giusto denunciare quando ci si vede espropriati della propria azienda? Quando questa verrà espropriata e messa all'asta? Non c'è limite alle aste giudiziarie? Maggiore, intanto ha dichiarato con le lacrime agli occhi: “È finita, oltre che la mia vita si sono presi anche la mia azienda. Fanno bene a non denunciare – diceva Lunedì mattina – Non denunciate il racket. Ecco cosa succede, sbattuto fuori da casa mia! La mia banca la Popolare pugliese non ha accettato l’art. 20 della legge 44/99, la legge che tutela chi è colpito dal racket. Grazie Stato”.

Non sarebbe opportuno prevedere delle eccezioni alle procedure esecutive in questi casi?

Il senso di persecuzione è forte in questi casi. E' stato solo l'amore per i propri cari a fermare l'uomo prima di compiere il folle gesto. La sua famiglia non ha mai smesso di sostenerlo. “Mi sono barricato nel capannone perché avevo deciso di farla finita – dice ancora l'imprenditore incredulo – C’era già tutto pronto anche le bombole di propano. Poi... ho guardato le foto dei miei figli... e... non ce l’ho fatta”.

Maggiore apre una tematica su cui è fondamentale riflettere

Il dispiacere è troppo, ora che Maggiore si trova a lottare contro le istituzioni. “Cosa devo fare per uscire da questa drammatica situazione? Devo rivolgermi ad un usuraio? Devo fare il gioco dei mafiosi che ho denunciato? Devo vendere la mia anima al diavolo, alla Sacra Corona Unita? Non ho ritirato le mie denunce, neanche dopo le innumerevoli pressioni. Ho mandato in galera i miei estorsori”.


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