Nonostante la crescita del fatturato, l'azienda ha annuciato 158 nuovi esuberi, gran parte nel Milanese
Il fatturato in ripresa sembra non essere sufficiente a scongiurare un nuovo ridimensionamento occupazionale all'interno del Gruppo Grancasa, azienda nata a metà degli anni '80 e con 19 punti vendita sparsi in tutta Italia. Pochi giorni fa la proprietà ha annunciato, infatti, 158 esuberi in tutta la Penisola, ultimo atto di una crisi che perdura da diverso tempo. Già da quattro anni i 650 dipendenti totali del gruppo hanno sottoscritto contratti di solidarietà, scaduti lo scorso marzo e non più rinnovati. La crescita del fatturato, con gli affari che sembrano andare meglio rispetto al periodo post crisi, non ha però consentito all'azienda di arredamenti e casalinghi, di rilanciarsi a pieno. Tanto che poche settimane fa è stata annunciata una preoccupante crisi di liquidità con la contestuale necessità di procedere a nuovi esuberi. Molti di questi licenziamenti riguardano i lavoratori dei punti vendita presenti in Lombardia: 42 gli esuberi confermati nei punti vendita del Milanese a Pero, Nerviano e Legnano, ma sono annunciati esuberi anche a Desenzano del Garda, nel Bresciano, dove Grancasa è presente con un'altra insegna che fa parte del gruppo "Il Mercatone". Per lunedì 10 giugno prevista in Commissione Lavoro di Regione Lombardia un'audizione dei sindacati di Grancasa.
In una nota diffusa pochi giorni fa la proprietà del Gruppo ha precisato che "sono state intraprese e attuate politiche aziendali atte al risanamento dell’azienda stessa, garantendone la continuità. È volontà di tutto il management - aggiunge la nota - procedere con le migliori strategie per poter salvaguardare una realtà aziendale che, negli anni, è diventata un punto di riferimento nel mondo dell’arredo e della casa in 5 regioni italiane. L’azienda si riserva di comunicare ulteriori sviluppi futuri".