Crisi Aziendali

Le PMI hanno sconfitto il Covid? Stato delle imprese in Italia a fine 2021


Nonostante la impresa Italia abbia subito un forte rallentamento a seguito della pandemia di covid-19, i dati del 2021 evidenziano una buona tenuta finanziaria. La PMI Italia ha subito gravi perdite economiche nel 2020 per poi colmarle nel corso del 2021. La brusca frenata causata dal lockdown forzato ha causato, a sua volta, un'abbassamento della domanda. Le imprese si sono così trovate a far fronte a un problema di liquidità che non era stato preventivato e che è stato colmato con la richiesta di prestiti bancari. Fortunatamente il Governo è subentrato ad aiutare e a fornire contributi a fondo perduto che, assieme ai prestiti, hanno permesso alle aziende di saldare i debiti contratti.

Il confronto fra piccola e media impresa

A risentirne di più, durante la pandemia covid-19, è stata la piccola impresa. Il calo di fatturato è stato valutato intorno al -9,1%. La media impresa ha registrato un calo del -6,3% rispetto al 2019. La criticità colpisce le PMI che hanno faticato maggiormente a uscire dalla crisi o che stanno ancora cercando di uscirne. L'instabilità della situazione pandemica porta il Governo a varare continue misure sanitarie che vanno a indebolire proprio questi settori. Le piccole imprese con pochi lavoratori sono quelle che patiscono di più la costante precarietà che la sicurezza sanitaria comporta. La media impresa, invece, è riuscita a contenere le perdite investendo su processi automatizzati e nuove politiche anti-criticità.

Un aiuto determinante per uscire dall'impasse è stato dato dal contributo dei ristori. Anche se la tempistica è stata più volte contestata. Rimane il fatto che secondo le stime effettuate sui bilanci, lo Stato Italiano ha distribuito 2,7 miliardi di euro alla PMI Italia. Ciò ha permesso a molte aziende di rilanciare il proprio fatturato. Bisogna sottolineare anche un taglio netto ai costi operativi per le materie prime e i semilavorati che hanno anch'essi concorso a migliorare la drammatica situazione. Un ultimo aspetto che non viene quasi mai considerato è stato lo Smart Working. Le aziende commerciali rimaste aperte durante il lockdown hanno potuto superare con agilità lo scoglio delle chiusure grazie al telelavoro senza subire forti contraccolpi al fatturato.

I settori più colpiti dalla pandemia

Una nota interessante uscita a seguito di uno studio sulle PMI Italia è stata la discrepanza di impatto della crisi sui vari settori. Un nutrito gruppo di piccole e medie imprese ha subito nel 2020 un calo del ricavo di circa il 20%. Ma un altro gruppo - circa quarantamila PMI - calcolato come il 26%, è riuscito ad accrescere i propri ricavi. Nel periodo più complesso degli ultimi decenni, queste aziende sono riuscite a trarre profitto dalla crisi. Sfortunatamente le altre aziende faticano ancora oggi a rientrare nei pagamenti riuscendo a pagare solo in modo irregolare i fornitori. Sono le imprese che hanno subito i maggiori danni perché sono quelle più collegate al pubblico.

Sono costrette a rapportarsi continuamente con le nuove manovre messe in atto dal Governo per contrastare la crisi pandemica. Ci riferiamo in particolare ai settori della ristorazione, dei viaggi, della cinematografia e dei teatri e gli organizzatori di fiere e convegni. A questo gruppo fanno parte anche i servizi commerciali, quelli sportivi e quelli legati al divertimento e al tempo libero. Hanno dovuto affrontare uno stop forzato e il bilancio ne ha risentito. Il problema, di contro, ha favorito la creatività e l'ingegno - tipico italiano - tali da far nascere nuove e interessanti soluzioni. Le prospettive sorte dalle ceneri della crisi sono alquanto stimolanti e prevedono un rilancio in chiave futuristica e d'avanguardia.

I settori meno colpiti dalla pandemia

Le piccole e medie imprese che possono vantare un incremento di fatturato durante la pandemia sono quelle legate al settore sanitario. A queste si aggiungono quelle che producono e vendono prodotti per la detergenza. Nel settore sanitario c'è stata una corsa ai rifornimenti soprattutto di prodotti collegati alle conseguenze del Covid-19. I quali hanno subito una notevole oscillazione dei prezzi. All'inizio della pandemia il prezzo dei prodotti è quasi raddoppiato per poi ritornare ai valori adeguati con il rientro delle ospedalizzazioni. I settori legati alla detergenza, invece, hanno avuto un grandissimo incremento allo scoppiare del virus. Le persone e le aziende hanno iniziato a richiedere disinfettanti e igienizzanti per poi rallentare la richiesta con l'avvento del vaccino.

Ma l'aspetto più importante, nata in seno alla crisi pandemica, è stata la crescita degli e-commerce. La maggiore attenzione che il Governo ha concesso al settore della digitalizzazione ha dato i suoi frutti proprio nel mezzo della pandemia. E la speranza è che questa luce appena accesa non venga presto spenta. Sono stati proprio gli e-commerce della PMI Italia a cavalcare l'onda della crisi e a trainare altri settori collegati, come quelli del trasporto, permettendo loro di rimanere a galla. È stato il momento in cui gli italiani hanno scoperto un modo alternativo per fare la spesa. Perciò i negozianti si sono dovuti adattare al cambiamento. Hanno fatto nascere tanti piccoli e nuovi e-commerce disponibili nel mercato digitale.

Come sono cambiate le abitudini degli italiani

Gli italiani hanno iniziato a navigare in rete non più per trascorrere il proprio tempo libero ma soprattutto per fare acquisti. Nel primo trimestre del 2021, per dare un dato rappresentativo, le vendite online sono salite del 78%. A livello globale, invece, l'incremento riguarda il 58%. Quali sono stati i fattori della crescita? Il contributo maggiore lo ha dato il lockdown. È stato il momento in cui gli italiani hanno deciso di rimodernare casa per renderla più confortevole o di adattare una stanza a ufficio in vista del telelavoro. Anche il tempo libero ha contribuito permettendo ai nostri connazionali di navigare liberamente e di conoscere nuove e sconosciute realtà digitali. Una volta testato il semplice processo di vendita online non sono più riusciti a fermarsi.

Previsione di andamento per le PMI Italia nel 2022

Cosa dobbiamo aspettarci dal 2022? La risposta non è così semplice. Molto dipende dalla capacità del Governo di sostenere le piccole e medie imprese. Gli interventi più efficaci sarebbero: gli investimenti e l'incremento dell'occupazione, la liquidità e l'abbattimento dei costi. Questi sono solo alcuni fattori che andrebbero a migliorare la situazione attuale. A livello sociale, invece, serve maggiore stabilità perché le aziende non sono più in grado di sostenere le oscillazioni di mercato. Inoltre, è importante che lo Stato protegga i settori più fragili, soprattutto quelli più a contatto con il pubblico. Per concludere, è difficile fare una previsione concreta perché molto dipende dalla capacità di contenimento del virus. Solo con una decisa regressione del virus possiamo andare avanti.


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