Il Gruppo agroalimentare emiliano sta preparando un piano concorsuale che prevede anche "una partnership industriale e finanziaria a sostegno delle azioni di risanamento"
Sono trascorsi due mesi abbondanti da quando la Ferrarini, storica azienda emiliana dell'agroalimentare - chi non conosce i suoi prosciutti?! - ha presentato domanda di concordato preventivo con l'obiettivo di uscire da una crisi innescata anche dal crac delle ex banche Venete. Ebbene, nei giorni scorsi il commissario giudiziale ha depositato in Tribunale la prima relazione sulla procedura, documento che anticipa alcuni contenuti dell'atteso piano concorsuale, pronto non prima di novembre, facendo un primo punto sui rapporti con i creditori e sul progetto di rilancio. Ovviamente tutto il 'castello' deve avere solide fondamenta economiche, anche perché dovrà essere oggetto di approfondite verifiche di sostenibilità finanziaria. Anche per questo, come spiega Reggionline, gli azionisti si sono rivolti alla Roland Berger, stimata società di consulenza aziendale, a cui è stato affidato l’incarico di redigere l'intero piano industriale e finanziario. Nel frattempo, dalla prima relazione sulla procedura, si è appreso che il gruppo Ferrarini sarebbe “oggetto di interesse da parte di terzi, potenziali investitori“. La stessa Lisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria e numero uno del gruppo leader nella produzione di prosciutti, ha detto chiaro e tondo ad Affaritaliani.it che la ripartenza a pieno regime del Gruppo prevede "una partnership industriale o finanziaria tale da garantire il mantenimento del valore dell’impresa e di sostenere le azioni di risanamento che l’azienda intende svolgere”.