La nuova asta giudiziaria del Parma non ha condotto ad alcuna novità: infatti, ancora nessuna offerta. Oggi alle 12 veniva meno la possibilità di contattare i curatori fallimentari, Angelo Anedda e Alberto Guiotto, per poter accedere all’acquisto del Parma Football Club. Non deludendo le aspettative di tutti, le offerte sono state pari a zero, e le aste sono rimaste deserte. Il prezzo d’asta è sicuramente ancora troppo elevato: dai 20 milioni di euro (prima asta) si era passati a 15 come base di partenza. Attualmente, invece, le cifre potrebbero cambiare e diventare davvero interessanti perché ci sarà un'ulteriore ribasso del 25% sul valore con cui si è partiti oggi (11,25 milioni di euro). Bisognerà aspettare non più di una settimana per sapere giungeranno delle novità interessanti: la prossima procedura, infatti, è fissata in data 18 maggio. Non è detto che qualcuno emerga già, mostrando il suo interesse. Le occasioni più importanti dovrebbero essere la quarta e l'eventuale quinta asta (22 e 28 maggio).
Qui di seguito il comunicato dei curatori fallimentari del Parma FC
I curatori fallimentari del Parma FC S.p.A., dott. Angelo Anedda e dott. Alberto Guiotto, hanno comunicato che alle ore 12.00 di oggi 12 maggio 2015 nessuna offerta vincolante per l’acquisto è stata presentata al notaio Giulio Almansi, scelto dal Giudice Delegato dott. Pietro Rogato perché sovrintenda alle operazioni di vendita competitiva dell’azienda sportiva del Parma FC.
La nuova procedura di gara collegata all’asta avrà il suo inizio entro il giorno 18 maggio p.v. Secondo le modalità indicate dal Disciplinare di Gara che è stato appositamente predisposto, il prezzo base per la terza procedura sarà abbassato del 25% rispetto a quello previsto pari a 15 milioni di euro, relativo alla seconda asta.
Il Trianon, invece, si avvia alla sua quarta asta
Il Trianon vola verso l’asta ennesima, ovvero la quarta. Lo studio legale che sta gestendo la vicenda del teatro Regionale ha inviato alla sala della piazza Calenda la comunicazione relativa ad un altro discutibile ribasso. Se non saranno presentate delle opposizioni che per ora, va detto, non ci sono e il termine ormai è in scadenza, tra pochi giorni potremo sapere tutti i dettagli della vendita attraverso il sito delle aste. Il dado è stato ormai giocato.
La vendita a ribasso fa sì che il prezzo della storica sala di Forcella divenga pari a quello di una buona casa della borghesia, insomma un appartamento come tanti in un quartiere bene. Alla cifra dell’ultima asta in cui non si è presentato nessuno, 3 milioni e 300mila euro, deve essere dedotto un ulteriore quarto, per una somma pari a 2.475.000 euro, importo che fa sorridere per un bene dalla tale importanza. La struttura vale da sola dieci milioni di euro. Basti poi dire che il Trianon cela al suo interno la cosidetta Torre della Sirena, ovvero un pezzo di mura greche di valore archeologico che non può essere sottoposto ad alcuna stima, si ha l’idea della gravità di questo ennesimo ribasso.
La comunicazione del 7 maggio
Il 7 maggio, circa tre giorno dopo l’assemblea pubblica diretta dal sindaco Luigi de Mastris, tenutasi nella Piazza Forcella, il primo cittadino ha effettuato una dichiarazione con la quale chiede a Caldoro la consegna del teatro. Adesso il rischio è che venga consegnato ad un offerente che migliore non potrebbe essere.
La Regione dal canto suo non mostra un reale interesse
Le cause di questa nuova messa in vendita sono state ricostruite dal direttore di palcoscenico Luciano Quagliozzi: “La mancata erogazione del contributo straordinario deliberato della Regione, pari a 500mila euro, è l’ultimo atto vergognoso, l’ultima menzogna che ci ha messo ulteriormente in ginocchio. Nel tavolo di discussione aperto sulla questione a Palazzo Santa Lucia, i funzionari delegati dal governatore Caldoro, avevano assicurato che la somma sarebbe stata disponibile in pochi giorni. È importante ricordare che questo piccolo finanziamento era vincolato ai pagamenti più urgenti: 296mila euro destinati ad estinguere i mutui con le banche e il resto diviso tra l’erogazione delle otto mensilità arretrate spettanti ai dipendenti e le 26 rate da versare alla finanziaria per la cessione del quinto dello stipendio stipulato dai lavoratori (e non pagata dal teatro). Di questo contributo si sono perse le tracce. Così le banche, che sono i maggiori creditori, hanno fatto in modo che scattasse la quarta asta”.
Il vincolo di destinazione
Una nota positiva c’è – risultato del chiaro impegno e dell’assidua determinazione delle associazioni e dell’intervento del sindaco de Magistris - : si è riusciti a vincolare il Trianon alla destinazione d’uso di teatro. Il vincolo è stato chiesto da Legambiente, Evaluna, Corriere del Mezzogiorno. La campagna #salviamoiltrianon ha avuto un grande successo.