Prime reazioni positive ma rimane qualche perplessità degli addetti ai lavori. Il sistema gestirà una mole di 900 aste al giorno
A distanza di cinque anni dall’avvio sperimentale della digitalizzazione delle vendite giudiziarie, domani 11 aprile andranno a regime definitivamente le aste telematiche legate al processo esecutivo e alle procedure concorsuali svolte secondo le regole del codice di procedura civile. Si tratta di circa 900 aste al giorno. Qualche domanda riguarda anche la consapevolezza degli operatori di quella che al momento assomiglia ad una rivoluzione silenziosa che, invece, potrebbe interessare migliaia di cittadini. Secondo uno studio dei notai - riportati oggi dal Sole 24 Ore - i valori aggiudicati con procedure telematiche ammontano infatti a 187 milioni, ma il dato significativo è che si tratta del 25 per cento degli immobili aggiudicati rispetto alle aste tradizionali, e con un sei percento da offerenti fuori sede. Proprio questi offerenti fuori sede potrebbero essere però molti di più se ci fosse dietro a questa innovazione una campagna di marketing e comunicazione adeguata.
La norma dice che, già dal 19 febbraio, tutta la pubblicità relativa a questi procedimenti venga convogliata obbligatoriamente sul portale di vendite giudiziarie del ministero. Da domani scattano invece i tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale 5 dicembre 2017. Tale decreto accerta la piena funzionalità dei servizi del portale. Se l’avviso di vendita non viene pubblicato sul sito, la procedura viene estinta. I tribunali pilota della dematerializzazione delle aste sono stati quello di Firenze e quello di Brescia. Hanno seguito quelli di Arezzo, Bergamo, Ferrara, Genova, Lucca, Padova, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Roma, Trento e Varese. Le prime reazioni sono state positive. Il “Sole” riporta le perplessità di Giuseppe Tedesco, consigliere dell’Ordine dei commercialisti, che parla di “un processo da implementare e affinare con cura”.