Asta Giudiziaria

Appia Antica all’asta l’11 Novembre


L’Appia Antica è un pezzo di storia sepolto in Campania. Uno stralcio di una Pompei trasportata in Lazio, priva di tetti, sotto al cielo terso. Nonostante sia un pezzo di grande importanza è probabile che finisca nelle mani di alcuni privati.

L’asta giudiziaria dell’11 Novembre

Una parte della Via Appia Antica sarà messa all'asta giudiziaria dell'11 novembre. Il prezzo base richiesto ai possibili acquirenti del casale di via Appia 55, realizzato nel medioevo sui resti ancora in vista di una villa imperiale è di 5 milioni e 250 mila euro. Un prezzo che per lo Stato Italiano, stretto nella morsa della congiuntura economica negativa è attualmente impossibile da coprire.
La speranza è che chi acquisterà il bene possa avere un po’ di amore per la storia e la condivisione. Potrà, infatti, essere impiegata per realizzare strutture di accoglienza serventi al parco dell’Appia Antica e soprattutto aperte a tutti i visitatori.

L’aspetto della via Appia Antica oggi

La Regina delle vie accoglie i passanti in tutto il suo splendore. I vulcani dei Castelli l’hanno risparmiata, a differenza della sfortunata Pompei. Se la lava e le ceneri hanno deciso di salvarla, il tempo non è stato altrettanto clemente, né tantomeno la modernità, con l’avanzare del cemento che nel corso degli anni ha iniziato a deturpare il paesaggio. La Roma bella, quella di mausolei, statue e ville, lascia lo spazio alla brutalità dell’uomo moderno.
Va detto che circa mezzo secolo fa il piano regolatore del 1965 aveva ordinato precisamente su questa zona unica a Sud di Roma la regola dell’impossibilità di edificare in via assoluta.
Nel 1988 fu realizzato il parco archeologico e naturalistico regionale che prende il nome dall'Appia Antica. Esso copre circa 2500 ettari di terreno che per la maggiore appartiene a soggetti privati.

I dieci ettari in vendita all’asta giudiziaria

Dieci ettari della via Appia Antica sono ora all’asta. Partono dalla chiesa Quo Vadis Domine, ovvero in quella parte di percorso, dove la storia e la natura, riconducevano i pellegrini nelle proprie abitazioni dopo il passaggio alla Città Eterna. Il prezzo stabilito per i dieci ettari è pari poco più di 5 milioni. I rialzi d'asta saranno pari a 50mila euro per offerta.
Ricordiamo che lo Stato ha un diritto di prelazione sui beni del demanio e che il bene in vendita, alle spalle del civico 55, conserva i resti di una villa imperiale del II secolo d. C.: mura, mosaici e pavimenti sono ancora presenti. Le aree sono già state trasformate in età medievale dal proprietario di uno dei casali che ha modificato in chiave agricola e campestre l’area, eliminando già alcuni pezzi di storia.
La proprietà ha una veduta sulla Caffarella e si affaccia sull'ingresso delle catacombe di San Callisto, non molto lontano da porta San Sebastiano, che ancora si erge. Tutto ciò è durato fino a quando la fattoria non è stata trasformata in abitazione. Da qui, venendo meno il vincolo di destinazione gli abusi edilizi sono stati all’ordine del giorno, nonostante gli interventi di volta in volta tempestivi della Soprintendenza archeologica speciale di Roma. 

La proprietà all’asta

La pagina pubblicitaria del Tribunale di Roma ha fornito una descrizione dettagliata della proprietà della famiglia Pinna ora all'incanto. Al punto 3 viene descritta una "unità immobiliare ai piani terra, primo secondo e terzo, composto da 16 vani (villa casale di epoca medievale  -  piano terra in parte interessato da resti antichi tra cui mosaico e mura romane)". La proprietà è coperta da un vincolo archeologico diretto sin dal 1982: la villa romana è stata poi schedata nel 2008 dai funzionari della soprintendenza dopo la presentazione di una domanda di condono.
La stima è di circa 60mila euro circa per il mosaico con mostri e tritone marini. Sono stati classificati come opera mista, a cortina e reticolata, i muri romani presenti ancora nel cuore del casale.

Per i compratori l’avviso della pubblicità è abbastanza chiaro:"Stanze ipogee romane" e "originaria cinta romana", non "possono essere utilizzati come abitazione". I nuovi edifici sono stati spesso edificati "senza titolo urbanistico", oppure in maniera "incompatibile con le prescrizioni del vincolo".
Attenzione però, gli abusi edilizi non sono poi così gravi. Con dei piccoli interventi di ripristino sarà possibile restituire un bene antico integralmente al nuovo proprietario privato.


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