Solo pochi mesi fa, attraverso l’accordo di acquisizione dell’ex Satiz, si sperava di rilanciare e di sviluppare un polo piemontese dell’editoria.
La situazione, innanzi ai cancelli della Canale Industrie Grafiche di Borgaro è sempre più critica.
I cancelli, da lunedì, sono stati presidiati da un centinaio di lavoratori dell’ex Satiz di Moncalieri. Il presidio sembra essere scattato dopo l’incontro tra le parti.
All’Unione Industriale, il consulente dell’azienda borgarese ha annunciato l’intenzione di portare i libri in tribunale. Tale annuncio ha creato un forte sgomento, gettando nella disperazione tutti i 196 lavoratori che, stando a ciò, non potrebbero nemmeno usufruire degli ammortizzatori sociali. Ben 196 famiglie allo sbando, con mutui da pagare e prole al seguito.
La tensione è sfociata quando i delegati sindacali hanno scoperto che la Canale aveva presentato denuncia penale contro i lavoratori impegnati nel presidio e i blocchi a singhiozzo.
«Non solo sappiamo anche – ha detto Tino Mandricardi della segreteria Cisl – che sono stati fotografati i lavoratori. Una cosa inaudita che viola la privacy, anche perché erano presenti pure dei minori, figli dei dipendenti. Sono cose gravi queste – prosegue Mandricardi – che certo non aiutano a risolvere la situazione e allontanano solo le parti».
Le organizzazioni sindacali e alcuni delegati della ex Satiz hanno incontrato il vice prefetto Enrico Ricci, con il consulente della Canale. La Prefettura ha voluto conoscere la storia, garantendo l’attivazione di un tavolo di crisi.
Gli spazi di manovra sono molto stretti. I sindacati hanno proposto due strade. La prima, mantenere un presidio dell’attività a Moncalieri, la seconda unire i lavoratori dei due stabilimenti e aprire una procedura per assicurare almeno un anno di ammortizzatori sociali.
Tali ipotesi, secondo la Canale sarebbero impercorribili. Intanto i blocchi ai cancelli sono stati tolti.
Quando qualche mese fa Canale acquisì la ex Satiz, l’accordo portò una ventata di entusiasmo a sindacati e lavoratori. Si parlò, allora, del primo tassello del nascente polo piemontese dell’editoria, di rilanci, di un futuro sereno.
Dopo neanche due mesi già si parlava di una probabile chiusura dell’azienda di via Postiglione. Un mese fa i lavoratori presidiarono per un pomeriggio i cancelli dello stabilimento di Borgaro. Poi il titolare, Giacomo Canale, ha incontrato i delegati e ha promesso di risolvere i problemi, qualora fossero tornai a lavoro. La sorte dello stabilimento era però già scritta e le promesse sono volate al vento.