Secondo un'accreditata teoria l'origine del nome è dovuta al momento in cui i conti in rosso diventavano neri, entrando in territorio positivo
Il Black Friday nasce dal rischio fallimento. Proprio così: il nome deriverebbe dal colore con il quale si annotano le uscite e le entrate. Il conto, lo sapete, è in rosso quando di fronte alla cifra finale campeggia malinconico il segno “meno”. Quando invece il saldo passa in positivo si utilizza il nero, black appunto.
Sarebbe questa l’origine del nome secondo una delle teorie più accreditate: il venerdì dopo la Festa del Ringraziamento (che è un’usanza americana non importata da queste parti ma che più o meno avrete visto nei film e nelle serie tv) si esce a far compere e i conti dei negozianti da quel momento tornano ad essere in campo positivo. Del resto dopo il Ringraziamento c’è il Natale e tutte le festività e probabilmente non esiste negoziante nel mondo occidentale che non sostenga che dicembre sia il mese clou dell’anno per quanto riguarda le vendite.
Il Black Friday, insomma, era il momento in cui ogni anno i negozianti uscivano dal rischio di una crisi economica. Anche se la moda imperversa negli ultimi anni grazie soprattutto all’internalizzazione dell’e-commerce e soprattutto di Amazon, negli Usa la svendita del venerdì è andata in scena per la prima volta a New York, ai magazzini Macy’s. Il Black Friday è poi esploso con il boom economico.
Va detto che tra le origini del nome c’è anche quello che vuole il Black Friday legato al traffico congestionato che si sviluppa il giorno dopo il ringraziamento e il termine sarebbe nato a Philadelphia. Di certo oggi è un “giorno nero” per i dipendenti dei grandi magazzini che devono affrontare le resse e le lunghe code nei negozi. La vera festa, per loro, sarà domenica, quando potranno riposarsi. A meno che non lavorino in una rivendita di materiale elettronico, perché il lunedì c’è il Cyber Monday…