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La seconda vita 'operaia' della TerniPan


I dipendenti hanno rilevato lo storico panificio investendo il sussidio di disoccupazione: salvati produzione e posti di lavoro  

Era un colosso dell'agroalimentare italiano la TerniPan di Terni. Nata ai primi del '900 come Interpan, l’azienda fondata da Ferdinando Novelli, fino a otto anni fa contava più di settecento dipendenti e fatturava 160 milioni di euro. Poi è arrivata la crisi. La chiusura di alcuni stabilimenti e il ridimensionamento della forza lavoro ha rallentato l'agonia, ma non ha risollevato le sorti dell'impresa che è andata incontro al fallimento. Stava letteralmente per sparire la TerniPan, ma proprio sul filo di lana i dipendenti licenziati hanno fatto il miracolo e l'azienda è rinata proprio grazie all’iniziativa dei suoi lavoratori. Oggi, divenuta cooperativa, la TerniPan sforna nei laboratori di Terni e Amelia 150 quintali di pane fresco che finisce nei supermercati di Umbria, Lazio, Toscana e Marche. In totale ci lavorano quasi 70 persone, senza contare gli addetti ai trasporti. Sono stati 25, sui 150 che erano impiegati ai tempi del fallimento, gli operai che hanno scommesso su loro stessi e sulla rinascita della TerniPan. Per rilevare l'azienda fallita hanno investito la loro indennità di disoccupazione, circa 12mila euro a testa, hanno creato una cooperativa e salvato i posti di lavoro. Ora TerniPan è più piccola, ma ha radici ben solide sul territorio, punta sulla filiera corta, sul controllo diretto della qualità e sull'attaccamento al lavoro dei dipendenti-imprenditori.


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