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Istanza d fallimento per la Majorca


Si sta cercando di coinvolgere tutte le forze utili, soprattutto dopo la domanda di concordato presentata il 7 luglio, che ha fatto seguito a un’istanza di fallimento presentata dalla ceramica Menestrello per un credito di 102mila euro.
Ieri mattina in Comune si sono tenuti due incontri fra l’amministrazione e le due parti in causa, proprietà e lavoratori. Per il Comune hanno partecipato il sindaco Alessio Mammi, i tre capigruppo consiliari Paolo Meglioli (Pd), Massimo Bassi (5 Stelle) ed Elena Diacci (centro-destra), assieme ad altri quattro consiglieri di maggioranza, Rosario Genovese, Manuel Battistini, Luca Monti e Giorgia Scianti.

Gli incontri che sono seguiti

Prima hanno parlato con l’amministratore delegato della Majorca, Corrado Manelli. Poi un gruppo di lavoratori della Majorca, affiancati da Vittorio Venezia e Luigi Ferrari della Filctem-Cgil. I dipendenti della ceramica si sono presentati in municipio con delle magliette rosse preparate per l’occasione, con le scritte “Dove sono finiti i nostri soldi?” e “Ceramica Majorca vergogna”.
Le donne e gli uomini impiegati nell’azienda sono in presidio da quaranta giorni davanti al magazzino trasporti, per impedire che vengano caricate le piastrelle prodotte. Si parla del mancato pagamento di quattro mensilità, oltre a quello della tredicesima 2013, saldato parzialmente.
Nei giorni scorsi, proprio la postazione davanti alla ceramica ha visto nuovi momenti di tensione, dopo quelli di inizio giugno quando in diverse occasioni sono stati chiamati i carabinieri. “Venerdì pomeriggio Corrado Manelli, a bordo di un furgoncino, fra un po’ investe uno dei presenti”, ha raccontato Ferrari della Cgil durante il colloquio con Mammi e i consiglieri. Un incidente certo non voluto, ma sintomo del nervosismo collettivo.
Nel corso dell’incontro, gli amministratori locali hanno chiesto numerosi chiarimenti. La ricostruzione di molti passi è diversa, fra proprietà e lavoratori, altra conferma delle scorie presenti. Un passaggio delicato è il fallimento della trattativa di maggio per l’acquisizione del reparto commerciale da parte di terzi. Per l’azienda, la responsabilità è del sindacato, che non ha voluto sottoscrivere l’intesa. I rappresentanti sindacali affermano invece che il parere positivo della Cgil non era vincolante, e che il piano presentato prevedeva l’assunzione di otto dipendenti togliendo però ogni altra garanzia al resto dei lavoratori.

Il debito sociale e gli ultimi sforzi

Si è poi sottolineato il grande debito sociale esistente: “Fra erario, tasse e stipendi arretrati, la Majorca è sotto di circa tre milioni di euro. A questo debito sociale va poi aggiunto quello ai fornitori e alle imprese”, sottolinea uno dei rappresentanti interni. Lo sforzo primario, del Comune come delle altre parti, è quello per trovare imprese disponibili a entrare nella Majorca. Mammi, confermando questo impegno, ha però anche fatto professione di concretezza, parlando della possibilità di attivare un “piano B” su cui iniziare a ragionare in caso di fallimento, per trovare una nuova collocazione lavorativa a 360 gradi per le 70 persone coinvolte.
I dipendenti, come i 5 Stelle, hanno nuovamente chiesto poi un consiglio comunale aperto sul tema, a cui possa prendere parte la cittadinanza. Il confronto è stato anche l’occasione per aggiornarsi sui numeri. Gli impiegati alla Majorca da 78 sono scesi a 71, fra cui alcuni passaggi concordati ad altre aziende e abbandoni volontari di chi ha trovato altre soluzioni. Per tutto il resto, almeno fino a dicembre, non rimane che la cassa integrazione straordinaria.


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