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Fallimento Evergrande: arriverà anche il contagio finanziario dalla Cina?


In Italia, ma non solo, le imprese della finanza hanno tutte il fiato sospeso e stanno a guardare alla finestra, sperando di non incappare in nuovo caso Lehman-Brothers. Non si sa ancora bene quali siano i possibili scenari e l'impatto su scala globale che il fallimento Evergrande porterà forse con sé. Sono diversi i possibili scenari che si prospettano ora all'orizzonte in campo finanziario visto il crollo del colosso cinese immobiliare e non tutti sono positivi, anzi. La speranza, nemmeno troppo nascosta, è quella di riuscire a evitare un possibile effetto domino, visto il momento non semplice che l'economia e la finanza stanno vivendo a causa della pandemia in corso di Covid-19.

Dal Covid a Evergande

L' economia mondiale si trova di nuovo infatti ad "avere paura" temendo un nuovo tipo di contagio: il contagio finanziario cinese dopo che il gigante asiatico immobiliare è crollato su se stesso. In molti sperano che la storia, stavolta, vada diversamente da quanto precedentemente visto negli Usa con il caso Lehman-Brothers. La crisi del debito di Evergrande, colosso cinese della finanza immobiliare, fa paura all'economia mondiale che già può contare, purtroppo, su perdite in borsa aventi una media del 3 per cento a cui non è seguita nessuna importante ripresa. Da qui l'incubo.

Secondo gli economisti pessimisti il fallimento Evergrande potrebbe sviluppare una crisi della stessa portata di quella scatenata a suo tempo da Lehman Brothers. Le prospettive al momento non appaiono troppo rosee, il gruppo di sviluppo immobiliare ha contratto troppi debiti in Cina e le sue attuali difficoltà portano a temere un effetto domino nella finanza mondiale. Il paragone Evergrande e Lehman Brothers può apparire banale, ma se tra i primi a farlo, si trova il giornale economico cinese Caixin, sembra difficile mostrarsi ottimisti. Caixin ha portato alla luce il fatto che da due mesi centinaia di investitori minori del gruppo stiano portando avanti la loro protesta perché temono di perdere tutti i loro risparmi lì investiti.

###I debiti e la liquidità del gruppo cinese

Stando alle recenti notizie riguardanti il fallimento evergrande, riportate dal Financial Times, l'indebitata compagnia cinese avrebbe utilizzato ingenti somme di denaro, raccolte attraverso la vendita di prodotti finanziari ai suoi investitori retail per cercare di finanziare i debiti contratti nel tentativo di ripagare gli investitori più importanti. Non sarebbe una strategia nuova, in realtà, in casa Evergrande, infatti questa società avrebbe già fatto ricorso a vendite di questo tipo, spingendo gli acquirenti a sottoscriverli. I manager del gruppo incentivavano i loro stessi subordinati a investire mentre i fornitori finivano con il ricevere questi titoli come pagamenti. Sempre secondo il Financial Times questo genere di prodotti che appaiono troppo sofisticati per gli investitori retail, sono stati acquistati da 80mila persone per 5,3 miliardi di euro.

Il gruppo cinese immobiliare è sull'orlo del fallimento. Si trova ora a subire una grande pressione per quel che riguarda la liquidità, come ha ammesso la stessa compagnia in una recente comunicazione alla Borsa di Hong Kong che fatto tremare non pochi investitori. Servono a poco le rassicurazioni pronunciate dal numero uno del gruppo Hui Ka Yan, il quale in un messaggio ai dipendenti in cui li ha invitati a essere certi che l’azienda “supererà il suo momento più buio”. E, per cercare di dare un segnale concreto, la scorsa settimana il gruppo ha rivelato che la moglie del fondatore, Ding Yumei, ha investito qualche milione di euro in questi prodotti.

Il tracollo delle vendite immobiliari

Nel già citato comunicato trasmesso alla Borsa di Hong Kong la società cinese ha ammesso di trovarsi in difficoltà per quel che riguarda le vendite dei suoi immobili, tracollate da 9,4 miliardi di euro del mese di giugno ai 5 miliardi di euro del mese di agosto. Inoltre Evergrande ha inoltre dichiarato di aspettarsi di andare incontri a difficoltà anche nel mese di settembre visto un significativo calo dei contratti di vendita che ha portato a una conseguente mancanza di liquidità. Questa situazione ha finito con il mettere il gruppo sotto una grave pressione. La bancarotta di Evergrande sarebbe rappresenterebbe quindi uno tsunami finanziario paragonabile a quanto già precedentemente visto nel mercato americano.

Per questo motivo, al momento, le autorità cinesi interessate stanno cercando di abbassare, per quanto possibile la pressione debitoria, mentre, nel frattempo Evergrande ha messo sul mercato alcuni asset. Si è quindi parlato di una vendita in vista del suo settore dedicato al comparto delle auto elettriche. Inoltre, il gruppo ha annunciato l'ingaggio della Houlihan Lokey cinese e dela Admiralty Harbour Capital, due società di consulenza chiamate ora a verificare la solidità della struttura del capitale del gruppo, a valutare la liquidità ed esplorare tutte le possibili soluzioni per alleggerire l’attuale grave pressione che il gruppo sta subendo in termini di liquidità per cercare di scongiurare ed evitare il fallimento evergrande.

L'ottimismo dell'Ocse

Il governo di Pechino sta avendo un ruolo molto attivo e cerca di contenere la crisi per quanto possibile. Anche l'Ocse si dimostra ottimista, in una sua nota ha infatti dichiarato di pensare che le autorità di Pechino abbiano tutte le capacità fiscali e monetarie per ammortizzare lo shock derivante dalla crisi di Evergrande. Lo ha detto la capoeconomista dell’Ocse, Laurence Boone, capoeconomista dell'Ocse, ha voluto sottolineare come l’impatto cinese potrà essere piuttosto limitato, rispetto al precedente americano, eccetto ovviamente per alcune particolari società. Inoltre, secondo Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, non dovrebbe essere possibile che qualcosa che fino a ieri aveva un valore di 100 oggi possa valere zero, visto che si parla d'immobili.

Come Pechino cerca di scongiurare il fallimento Evergrande

Nel 2017 il presidente Xi Jinping aveva voluto portare l'attenzione sui rischi del mercato immobiliare cinese, apparso fuori controllo, tanto da arrivare a dichiarare che le case servono per viverci, non per effettuare speculazioni di mercato. Gli enti regolatori - come già visto in altri settori economici si sono attivati e hanno imposto linee guida stringenti basate sulle “Tre linee rosse”, ossia: la liquidità, il rapporto tra l’indebitamento, il capitale e il valore delle azioni. Se una compagnia arriva a superare anche solamente una di queste tre linee rosse, il regolatore può entrare in azione per alleggerire l’indebitamento. Di fatto, al momento, il gruppo immobiliare di Evergrande le ha già superate tutte e tre.

Foto: Milano Finanza


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