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Le Regioni d'Italia in cui le imprese hanno un minore tasso di fallimenti


Nel 2021 il fallimento impresa Italia sono ben 4.000 le insolvenze nascoste, cioè il 32% in più del previsto. L'attuale a crisi economica aggravata dalla pandemia di covid-19 ha aperto il campo a numerosi fallimenti e insolvenze d’impresa nell’area economica europea e, purtroppo, in particolar modo in Italia. A oggi però le insolvenze d'impresa hanno fatto segnare un trend negativo in tutte le grandi economie europee. Secondo quanto riportato da uno dei più recenti studi effettuati da Coface, azienda leader nel settore dell' assicurazione del credito, si può notare un effetto paradossale tra quello che è il deterioramento dello stato finanziario delle imprese e il loro relativo calo delle insolvenze.

Dall'Italia alla Francia

Bisogna quindi considerare l' esistenza d'insolvenze nascoste. Stiamo parlando d'imprese che attualmente non son redditizie e il cui fallimento, purtroppo, sembra ormai essere solo una questione di tempo. Lo studio effettuato da Coface ha evidenziato questo paradosso nei grandi paesi europei. Infatti, vista la crisi accentuata dal covid 19, si è stranamente registrato, nel corso del 2020, uno strano calo delle insolvenze. Questo è quanto affermato dal Ceo di Coface in Italia, cioè Ernesto De Martinis. Queste valutazioni possono però nascondere la verità delle insolvenze nascoste. Nel nostro paese le prospettive sembrano preoccupanti: la stima è di più di 4.000 insolvenze nascoste, un numero decisamente superiore alle annate precedenti. Questo andamento resta legato all'andamento della pandemia e alla sua campagna vaccinale.

Infatti anche in Italia il processo di recupero delle insolvenze dipende dalla velocità delle vaccinazioni e dalla proroga dei sostegni statali nei confronti delle nostre imprese. Nel nostro paese, secondo Coface, l’entità delle insolvenze nascoste si aggira intorno al 39% del livello 2019, cioè 4.100 insolvenze. Inoltre, stando sempre alle simulazioni effettuate da questa compagnia le insolvenze nel territorio italiano avrebbero dovuto far segnare un amento pari al 7% circa. Se il fallimento impresa Italia è preoccupante anche in Francia la situazione è simile: qui sono 22000 le imprese a rischio che restano in sospeso, in attesa di conoscere i dati reali di queste insolvenze nascoste che si concretizzeranno solo nel corso del prossimo anno.

Francia contro Italia

Per il paese transalpino Coface ha stimato che il numero delle insolvenze nascoste possa aggirarsi sugli 8.600, per quanto riguarda il settore delle costruzioni, 1.800 nell'area commerciale del paese, 1.500 nel settore dell'industria manifatturiera, 1.200 solamente nel settore dei servizi alle imprese e, infine, 800 circa nell'ambito dei trasporti. Finora la crisi economica sembra essere andata a colpire in maniera disomogenea i vari settori, così come nel fallimento impresa Italia. Per questo motivo il numero d'insolvenze sembra essersi ridotto in tutte le filiere, comprese quelle che sono state ferme più mesi. Bisogna segnale che tutte le regioni della Francia hanno fatto registrare un calo del numero di insolvenze nel corso del 2020, passato da un -34% della Bretagna ad un -49% fatto registrare in Corsica.

Oltralpe, senza i Fondi di solidarietà, le attività del settore alberghiero e della ristorazione avrebbero fatto registrare una contrazione del settore pari a -109 %, contrariamente alla quota del -17 % stimata da Coface. Tuttavia le ripercussioni di queste insolvenze, per quanto riguarda i termini di occupazione, sono rimaste decisamente limitate. Si parla di 126.000 posti di lavoro andati perduti, quota che rappresenta il livello più basso a partire dal 2006. Passando alla Germania vediamo come Coface abbia stimato il numero d'insolvenze nascoste pari al 21% rispetto al livello del 2019. A inizio pandemia, la previsione voleva un aumento delle insolvenze pari al 9% 2020 ma a oggi queste sono diminuite del 15%.

Gli altri paesi europei

Questo trend è legato alle azioni intraprese dal governo tedesco che ha sospeso l’obbligo di apertura di una procedura di fallimento in caso d'insolvenza per fornire maggior tempo alle misure di supporto di fare effetto. In particolar modo, il settore della metallurgia e dell’automobile, entrambi in recessione in Germania già da prima della pandemia, hanno fatto registrare un ulteriore aumento delle insolvenze rispetto al 2019. Anche in Spagna le azioni governative hanno prodotto risultati efficaci. Il sistema di disoccupazione parziale, nelle vendite del dettaglio, ha limitato il calo dei profitti a 26%. Purtroppo queste misure non sono riuscite a impedire un incremento vertiginoso delle insolvenze in settore molto colpito dalla crisi, il turismo, dove si è registrato un aumento del 90%.

Sembra poi che, sempre in terra di Spagna, le insolvenze nascoste siano destinate a raggiungere la quota delle 1.600. Le prospettive del fallimento impresa Italia così come quelle degli altri paesi europei restano preoccupanti perché non tutte queste insolvenze nascoste verranno a galla nel corso di questo anno. Saranno quindi determinanti le misure di sostegno e la continuità delle moratorie. Il processo di recupero di queste insolvenze sarà strettamente correlato alla rapidità con la quale andranno a terminare le misure restrittive. Dipenderà quindi dalla volontà dei vari Stati di continuare a fornire sostegni, dato che la maggior parte delle imprese inizierà a rimborsare i prestiti garantiti dallo Stato a partire dal 2022.

Il caso della regione Umbria

In questa regione, lo scorso anno i fallimenti furono 2.924, un dato che resta fortemente segnato dalle misure restrittive del governo, come i lockdown ad esempio, ma anche dal prolungato stop alle attività tributarie. Il tasso di fallimento delle imprese italiane si attesta intorno allo 0,76. La situazione umbra è abbastanza buona in termini di fallimenti, qui sono state solo 87 le imprese a chiudere in questo primo semestre del 2021, contro le 107 del primo semestre del 2020, parliamo quindi di un 18,7% in meno. Nonostante la crisi e le tante difficoltà collegate al proseguo della pandemia il tessuto imprenditoriale della regione Umbria sembra avere retto molto bene il colpo.

Fallimento impresa Italia: i numeri delle regioni

L'Italia presenta una media di -13,3% di fallimenti. Solamente tre regioni hanno fatto registrare un numero maggiore di chiusure rispetto a due anni, cioè, nell'ordine, Basilicata con un +53,6%, Molise qui l'aumento è stato del 41,7% e la Sicilia con +1,4%. Esaminando la percentuale del fallimento d'impresa ogni mille registrate, è la Lombardia a guidare questo triste primato con lo 1,01%, seguono la regione Lazio e, ancora una volta, il Molise, entrambe con lo 0,97%. Ricordiamo infine che l'insieme di questi dati può essere visto come indicatore di una diversa e maggiore propensione al rischio d'impresa e, di conseguenza, come indicatori di contesti più aperti ad assumersi questo genere di rischi.


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