Secondo quanto afferma l’ultima rilevazione di Cribis, nel corso del terzo trimestre 2016 sarebbe continuato a diminuire il numero dei fallimenti delle imprese italiane. Nel periodo luglio – settembre 2016, infatti, si conferma con particolare evidenza l’inversione di tendenza abbracciata con convinzione dopo anni caratterizzati da un preoccupante aumento dei fallimenti, fino a giungere al picco di 15.336 chiusure nel corso del 2014.
Come è andato il terzo trimestre 2016
Stando ai dati Cribis, nel corso del terzo trimestre del 2016 in Italia le imprese che hanno portato i libri in Tribunale sono state 2.704 unità, un calo del 4,4 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa e del 7,8 per cento rispetto al terzo trimestre del 2014, esercizio che – come ricordato poche righe fa – aveva rappresentato un picco di gravità massima nel comparto delle procedure fallimentari.
I dati da inizio anno
Cumulando quanto realizzato nel terzo trimestre dell’anno con un primo bilancio dei sei mesi precedentemente trascorsi, si scopre che al 30 settembre 2016 le imprese fallite sono state 10.047 unità, con una media di 52 chiusure al giorno. Se si sceglie di confrontare lo scenario attuale con quello del 2009, l’anno che – convenzionalmente – è stato indicato come quello di avvio della lunga crisi, i fallimenti sono però cresciuti del 58,9 per cento, dando pertanto un chiaro sintomo di quanto si sia ancora lontani dalla “normalizzazione” del comparto.
I fallimenti sul territorio
Tra i dati di maggiore interesse, emergenti dall'Analisi dei fallimenti in Italia aggiornata a fine settembre 2016 e realizzata dal Gruppo CRIF, emerge altresì come la distribuzione dei fallimenti sul territorio nazionale non possa che essere strettamente correlata alla densità di imprese attive nelle diverse aree del Paese. A dimostrazione di ciò, si noti come sia la Lombardia la regione con il maggior numero di fallimenti (2.091 unità nei primi nove mesi del 2016) ed una incidenza sul totale dei fallimenti riscontrati in Italia pari al 20.2 per cento. numericamente, la seconda regione più colpita dal fenomeno è invece il Lazio, con 1.145 imprese, mentre in terza posizione c’è il Veneto con 873 casi.
I fallimenti per settore
Concludiamo infine con un rapido sguardo sui fallimenti distribuiti per settore di appartenenza delle aziende coinvolte in tali procedure. I dati confermano come stia continuando in misura palese la crisi del commercio al dettaglio, con 3.041 fallimenti cumulati al 30 settembre 2016, pur in calo del 6,9 per cento rispetto a quanto era stato reso evidente dai dati al 30 settembre 2015. Il comparto con il minore numero di fallimenti è invece quello dei servizi, con un totale di 1.500 unità, ma una crescita dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Migliorano invece le condizioni dell’edilizia, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi, che al 30 settembre 2016 poteva contare 2.040 imprese che hanno portato i libri in tribunale, pur con flessione del 6,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.