Il Comune di Chivasso ha smentito la notizia che girava nei giorni scorsi su una presunta perdita di 700 mila euro, legata a presenti oneri di urbanizzazione non riscossi per la questione del fallimento Smeg di Mario Bonardo.
Il comunicato stampa del Comune chiarisce le tappe dell’intera vicenda
Attraverso un comunicato, l’ufficio competente del Comune ripercorre le tappe più importanti della vicenda, ricordando che il 29 giugno 2004 – e siamo, ormai, a circa 10 anni – venne notificato un provvedimento per intervento di restauro e risanamento conservativo del fabbricato esistente, in via del Collegio, per destinare il medesimo a struttura alberghiera.
Il fallimento della Società Immobiliare SMEG srl, con curatore fallimentare il dottor Pier Vittorio Vietti, è stato annunciato con una sentenza del Tribunale di Torino del 10 maggio 2006 e il 20 dicembre 2007 è stata emessa un’ordinanza/ingiunzione di demolizione a carico del curatore fallimentare, ai direttori dei lavori, alle imprese esecutrici relativamente alle opere edilizie difformi riscontrate dai tecnici comunali durante il sopralluogo del 2 aprile dello stesso anno, un provvedimento con il quale fu inviato un ricorso, accolto, dal Tar, la cui udienza era stata fissata per il 24 ottobre 2013 e rinviata a data successiva.
Le perizie rilevavano la necessità di un’istanza di sanatoria
Successivamente ai colloqui con l’ingegner Martinelli, redattore della perizia relativa al suddetto fallimento, anche durante i sopralluoghi effettuati presso la struttura è stato sempre confermato che in merito alla possibilità del mantenimento delle strutture abusive riscontrate, occorreva fosse presentata istanza di sanatoria. In via teorica, si era valutato teoricamente un valore di circa €/mq 1.500, da portare al doppio eventualmente secondo le prescrizioni di legge, che avrebbe comportato un valore monetizzazione/fiscalizzazione orientativamente pari a 700 mila euro.
Non ci sono stati provvedimenti emessi dall’Ufficio urbanistica: l’istanza non è stata mai inviata
L’Ufficio urbanistica comunque, non ha mai emesso alcun provvedimento sul caso, ne’ richiesto alcun tipo di sanzione amministrativa non avendo avuto in primis la possibilità di esprimersi, non essendo mai stata inoltrata alcuna istanza per il mantenimento o per la sanatoria degli illeciti riscontrati. Qualsiasi istanza al fine del mantenimento delle opere abusive dovrà comunque essere approvata preventivamente dalla Soprintendenza e in caso di un suo parere negativo, le strutture dovranno essere rimosse o demolite. Finora non è stata inviata alcuna istanza formale da parte della proprietà per richiedere eventuale sanatoria o varianti, nonostante ci siano stati contatti informali con i tecnici della medesima proprietà.
Ad oggi non sussiste alcun provvedimento di rinuncia da parte del Comune
E’ stato così ribadito che ad oggi non c’è alcun provvedimento di rinuncia da parte del Comune all’incasso in relazione questo intervento edilizio, poiché si sa che l’unico provvedimento vigente è l’ordinanza di demolizione emessa dal Dirigente del Settore edilizia datata 20 dicembre 2007, sulla quale risultano pendenti ancora tre ricorsi.
Stando a queste conclusioni, la presunta perdita della somma succitata sarebbe assolutamente non veritiera.