Crisi Aziendali

Whirlpool, dal 1 novembre stop produzione


Stallo totale per la vertenza Whirlpool. Il vertice svoltosi al Mise è terminato con un nulla di fatto e con la proprietà aziendale che ha confermato l’intenzione di stoppare la produzione nello stabilimento di Napoli, dove si realizzano lavatrici di alta gamma, a partire dal 1 novembre prossimo. Duro il commento del Ministro dello sviluppo economico Patuanelli: “Non c'è stata nessuna apertura da parte dell'azienda che continua a proporre come unica soluzione la cessione del ramo d'azienda. Se Whirlpool continuerà ad avere "un atteggiamento di scelte unilaterali, anche il governo farà le sue scelte unilaterali, assieme al governo decideremo nelle prossime ore e giorni i passi da fare. Se il problema – ha proseguito il Ministro - è il prodotto che esce da Whirlpool che ha difficoltà di mercato, si può cambiare tipo di prodotto, cambiare fascia di gamma e per questo c'è la massima disponibilità del Ministero e del governo a dare tutto il supporto possibile, ma per noi è fondamentale che ci sia un impegno diretto di Whirlpool". Per i vertici aziendali “le azioni proposte dal governo non sono risolutive perché non possono incidere né sulla profittabilità del sito di Napoli nel lungo periodo, né sulla competitività di Whirlpool nella regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)". Secondo la proprietà "nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli non è più sostenibile per via di una crisi strutturale". L'esito negativo dell'incontro a Roma e le decisioni confermate dall'azienda hanno scatenato la rabbia dei lavoratori che hanno bloccato l'autostrada, mentre i sindacati hanno dichiarato lo sciopero in tutti gli stabilimenti italiani della multinazionale americana, definendo all'unisono la scelta di Whirlpool “scellerata”. Ora i dipendenti sono pronti al picchetto permanente davanti alla sede di Napoli dalla quale nulla potrà uscire o entrare. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha scritto a Palazzo Chigi per fissare a strettissimo giro di posta un incontro: “La Regione Campania è pronta a mettere a disposizioni fino a 20 milioni di euro per invitare l'azienda a restare a Napoli – ha detto De Luca – ma il governo avrebbe dovuto spronare l'azienda a dire in quali condizioni avrebbe potuto riaprire”.


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