Asta Giudiziaria

Villetta di via Borromini all’asta. Lotta finita.


Villetta di via Borromini all’asta. Lotta finita.

Il  29 luglio, il 47enne Stefano Tassinari ha firmato un accordo per lasciare volontariamente la villetta di via Borromini a Ravenna – che abita con la sorella handicappata, la madre di 78 anni e la nonna centenaria – acquistata da un immobiliarista a un’asta giudiziaria dopo il pignoramento di Equitalia per circa 90mila euro di tasse non pagate.
La visita dell’ufficiale giudiziario è servita per verificare, di fatto, la verifica dell’accordo tra gli inquilini e il proprietario: tempo fino all’inizio di settembre perché Tassinari cerchi una sistemazione alternativa e quindi traslochi. Finora la famiglia ha cercato di resistere a otto visite del tribunale “e se fosse per me continuerei a resistere – afferma il povero Tassinari –. Ma è la mia famiglia che non ce la fa più, non posso chiedere altri sforzi”.

Un accordo sembrava essersi trovato

A metà giugno, in occasione dell’ottava visita dell’ufficiale giudiziario, sembrava si fosse trovato un accordo per un finale differente: la famiglia avrebbe pagato l’affitto all’immobiliarista per rimanere in quella che ancora considera la sua casa portata via per un pignoramento pieno di vizi (l’udienza per questo è fissata in autunno). Ma è arrivato il passo indietro: “Mi hanno presentato una proposta di contratto che non è sostenibile”. L’accordo definito dagli avvocati delle parti (Luigi Piccarozzi per Tassinari e Giuseppe Della Casa per l’immobiliarista Giovanni Ballardini) prevedeva 6.500 euro di affitti arretrati da pagare a rate, 7.000 euro di spese legali da pagare per metà subito e il resto a rate, il deposito cauzionale di due mensilità e d’ora in poi un affitto mensile di 640 euro. “Viviamo con le pensioni delle mie familiari, non sono cifre che possiamo affrontare”. Stando a ciò che afferma Tassinari i termini dell’accordo non erano stati tratteggiati esattamente così a metà giugno.

L’assurdità del caso

Il mese di agosto servirà quindi al 47enne per individuare una nuova casa in cui abitare, dove sia possibile risparmiare qualcosa: “Ho qualche contatto ma continuerò a cercare. Così come continuerò a battermi anche fuori di casa per dimostrare che tutta questa vicenda è distorta. Il pignoramento non andava fatto, i titoli esecutivi mancano. Verrà fuori tutto”. La situazione della sfortunata famiglia è paradossale sin dall’inizio: la casa è andata battuta all’asta per 140mila euro (il valore reale secondo Tassinari sarebbe quasi del doppio) dopo un pignoramento arrivato pochi giorni prima dell’entrata in vigore di una legge che impedisce a Equitalia di pignorare la prima casa.
Per aiutare i Tassinari è partita una raccolta fondi lanciata dall'associazione Collettivo Byzantium, per chi volesse contribuire, questi i dati: Iban IT67K0627013100CC0000152507, causale Salviamo la nonnina. Fino al 24 luglio erano stati raccolti 190 euro.


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