Crisi Aziendali

Un fondo di solidarietà per i 100 dipendenti Pernigotti


I sindacati lanciano l'idea del conto corrente solidale o di un crowdfunding per aiutare i lavoratori in sciopero permanente dopo la decisione della proprietà turca di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure

Dal 2013 la Pernigotti è in mani turche, ma è di poche settimane fa l’annuncio che la proprietà della storica azienda dolciaria piemontese ha deciso di chiudere, di punto in bianco, lo stabilimento di Novi Ligure. Immediato è scattato lo sciopero ad oltranza dei 100 dipendenti che va avanti dal 7 novembre scorso. Ora, per aiutare i lavoratori, i sindacati hanno lanciato l'idea di un conto corrente o di un crowdfunding apposito. Il tutto mentre si attendono notizie sull’incontro tra il premier Giuseppe Conte e la famiglia turca Toksov, proprietaria dell’azienda. I dettagli dell'iniziativa solidale dei sindacati saranno resi noti nei prossimi giorni. "A novembre lo stipendio sarà zero - spiegano i sindacati al Corsera - e lo stesso a dicembre. Stiamo mettendo a punto i dettagli per un fondo di solidarietà attraverso il quale chiunque potrà devolvere un contributo volontario". Il 1 dicembre nel frattempo ci sarà a Novi Ligure una manifestazione di protesta. Intanto il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato una legge per legare al territorio i marchi italiani. Nel frattempo sembra crescere l'interesse attorno al marchio e allo stabilimento alessandrino, ma i turchi, pur avendo deciso di chiudere l'azienda piemontese, non hanno mai parlato dell'ipotesi di cedere il marchio che ha ancora appeal sul mercato. 


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