Coronavirus e turismo, Booking ha perso 700 milioni in 3 mesi

Entrate in calo del 19% e perdite che sfiorano i 700 milioni di dollari. Questi i numeri dell'impatto che il coronavirus ha avuto su Booking Holdings, la “madre” americana di Booking.com, il più noto tra i portali di prenotazioni online. Booking.com, che ha sede ad Amsterdam, nel primo trimestre 2020 ha dichiarato un calo delle prenotazioni per via della pandemia pari al 51% e del 43% per quanto riguarda le notti riservate. Dato che la gran parte delle disdette è scattata da marzo in poi, le cifre reali della crisi del turismo e quindi delle contrazioni sugli incassi del portale, dovrebbero essere peraltro ancora più negative. Per far fronte alle difficoltà, l’azienda ha implementato varie misure, dall’invio della maggior parte dei suoi dipendenti al lavoro da casa, al congelamento di nuove assunzioni o all’eliminazione dei bonus per dirigenti e impiegati senior. A tenere a galla il portale turistico ci ha poi pensato il governo olandese che, tra polemiche roventi, ha garantito sostegno economico alla compagnia (criticata per aver richiesto aiuti pubblici dopo aver riacquistato ingenti pacchetti di azioni nel corso del 2019). Con i fondi statali, Booking ha pagato gli stipendi dei 5.500 dipendenti residenti nei Paesi Bassi. La crisi del player internazionale si inserisce in una fase drammatica per l'intero comparto turistico globale. Comparto che in Italia, secondo il Conto satellite del Turismo (CST) di Istat esprime il 6% del valore aggiunto nazionale, pari a circa 88 miliardi di euro, e consumi interni per oltre 146 miliardi. Il turismo nazionale occupa 283mila addetti, di questi 220mila sono dipendenti. In un focus pubblicato nei giorni scorsi, l'Istituto di statistica nazionale ha calcolato perdite turistiche per 10 miliardi, quanto 'lasciato' nel Belpaese tra marzo e maggio 2019 dai viaggiatori stranieri. Con l'attesa ripartenza del settore, prevista dal 18 maggio prossimo, si confida nell'ancora di salvezza rappresentata dal turismo interno.