Crisi Aziendali

Auto, la coreana Ssangyong vicina al fallimento


La coreana SsangYong ha terminato la benzina e sta viaggiando in rosso sull'orlo del fallimento. La casa automobilistica, già finita pesantemente in crisi nel 2010, quando venne salvata dall'indiana Mahindra che ne detiene attualmente la proprietà, ha annunciato la decisione di presentare istanza per accedere a un programma di ristrutturazione. Sono proprio i soci di maggioranza indiani a non voler più finanziare l'azienda di Seul tanto da aver annullato il piano di investimenti da 400 milioni di euro che, annunciato a inizio anno, aveva lo scopo di riportare in utile SsangYong entro il prossimo biennio. Ora, visti i conti ben poco in salute e dato che la controllante ha deciso di farsi da parte, al Cda di SsangYong Motor Company non ha potuto fare altro che avviare la procedura di ristrutturazione la quale comprende la richiesta di una misura conservativa del patrimonio, un Decreto di proibizione generale e un Programma di sostegno alla ristrutturazione stessa. La decisione in merito all'avvio della procedura sarà concordata dopo un confronto con gli stakeholder. SsangYong non è riuscita a rispettare la scadenza per il rimborso di un prestito e di interessi per circa 66,3 milioni di euro, a causa del peggioramento delle condizioni economiche. La società ha avviato trattative con i suoi creditori per prorogare i termini del rimborso ma, poiché le parti non sono riuscite a trovare un accordo, è stato deciso di presentare un'istanza per l'amministrazione controllata per evitare l'interruzione delle attività aziendali. Il Programma di sostegno alla ristrutturazione è un piano di sussidio privato concordato con il tribunale, che permette di prorogare fino a tre mesi l'inizio dell'amministrazione controllata, mentre la società persegue il tentativo di una ristrutturazione privata. "Nel periodo del Programma di sostegno - ha spiegato il portavoce di Mahindra - Mahindra assumerà la propria responsabilità come azionista di maggioranza e collaborerà attivamente con SsangYong per la normalizzazione della gestione, fino alla conclusione preliminare dei negoziati con le parti interessate". Ovviamente sono in corso trattative per trovare un nuovo finanziatore che possa salvare dal crac il colosso dell'auto made in Corea. Secondo i ben informati e gli addetti ai lavori il salvagente potrebbe arrivare proprio dal rivale diretto, ossia dal megagrupo connazionale Hyundai, ma al momento sembra tutto piuttosto in alto mare tanto che il rischio fallimento è ritenuto piuttosto concreto. L'importatore italiano di SsangYong getta comunque acqua sul fuoco: "Stiamo continuando a lavorare per garantire la piena operatività del nostro brand e della rete di concessionari - commenta - continueremo a presidiare il mercato italiano e il nostro impegno rimarrà il medesimo per garantire ai clienti attuali e futuri lo stesso livello di offerta, proposizione e consulenza di sempre. Non solo, nel corso del 2021 proseguirà la sinergia con la casa madre per gestire al meglio le tante novità del marchio in arrivo in Italia".


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