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La pandemia spazza via tanti matrimoni: la situazione del wedding in Italia da inizio 2020.


I matrimoni ostacolati dalla pandemia Covid-19 sono in aumento, e si parla addirittura di un 80% in meno di sposalizi portati a termine rispetto al 2019. Stando all'ISTAT, anche le unioni civili, oltre che i divorzi e le separazioni, sono diminuite. Questo nuovo trend è cominciato nel primo semestre del 2020. Ma la serie di lockdown messi in atto sopratutto nel secondo semestre non ha fatto arrestare il suddetto trend. I professionisti del settore, dai ristoratori ai fotografi, dai fiorai ai vigilanti privati, rischiano di perdere il loro posto di lavoro (fonte: la Repubblica). La situazione rimarrà stabile, oppure potrebbero esserci dei margini di miglioramento, anche alla luce dell'attuale campagna vaccinale?

I matrimoni prima del Covid-19

Prima della pandemia, la situazione riguardo ai matrimoni era abbastanza complessa. La legge 55/2015 che ha introdotto il concetto del "divorzio breve" potrebbe aver lasciato il suo impatto sul numero in diminuzione delle nozze contratte negli ultimi anni. Ma è anche vero che dopo un primo rapporto del 2015, non ne sono stati redatti altri. Quello che è certo è che tra il 2008 e il 2014 i casi di divorzi si aggiravano tra le 54.351 e le 52.355 unità, e che ci sia stato un aumento dal 2015 in poi. Allo stesso tempo, si è passato da 212.000 matrimoni nel 2008 a poco più di 146.000 nel 2013, quindi un trend negativo già sussisteva prima del 2015 (fonte: agi.it e Coachingperlacoppia.it).

I matrimoni celebrati nel 2018 ammontavano a 195.778 unità, cioè 4.500 in più rispetto all'anno precedente. Nel 2019, le cerimonie nuziali si aggiravano sulle 184.088 unità, ovvero 11.690 in meno rispetto al 2018 (fonte: ISTAT). Nel novembre 2019, è stato stimato un sorpasso dei riti civili rispetto a quelli religiosi, a meno che non si parli di prime nozze, che risultano contratte più in chiesa invece che in Comune. Infatti, i riti civili sono aumentati a causa delle seconde nozze e dei riti in cui uno degli sposi è straniero. Tra i fattori che incidono su questi numeri c'è sopratutto il calo della natalità che ha ridotto la fascia di popolazione tra i 16 e i 34 anni (fonte: la Repubblica).

Il 2020: un anno catastrofico per le celebrazioni

Prima di passare al capitolo matrimoni, è bene ricordarsi che essi risultano essere tra le voci di spesa più importanti per una coppia. Il bilancio deve tener conto dei ringraziamenti, dei pagamenti alla S.I.A.E. dei diritti delle canzoni suonate al matrimonio, degli allestimenti e delle decorazioni degli ambienti, dei bouquet e degli allestimenti floreali, delle trasferte degli sposi e degli ospiti, del numero dei coperti e del catering, e infine del noleggio di attrezzature e professionisti nell'ambito della fotografia (fonte: Zankou). Se è vero che a volte erano (e sono) previsti degli sconti, la spesa media per un abito da sposa superava di poco i 2.000 EUR, con un minimo di 500,00 EUR (fonte: C&A).

*La pandemia, a causa della crisi economica che ha causato in quasi qualunque settore, sta decretando il fallimento del settore organizzazione dei matrimoni in toto. *Innanzitutto, con le restrizioni emanate dal Governo, sono sempre meno coppie a sposarsi. Ma le disposizioni normative stabiliscono un numero ridotto di ospiti rispetto agli anni precedenti. Meno persone a cui offrire i propri servizi, meno guadagni, a fronte dei debiti sempre crescenti con i fornitori di materie prime e attrezzature. In questi giorni, Pasquale De Maio, un professionista del settore, ha realizzato un servizio fotografico con gli sposi che non godono di alcun servizio per denunciare le condizioni di difficoltà economiche dei professionisti del settore, usando l'hashtag #savetheweddings (fonte: laRed).

Le imprese e i professionisti coinvolti nella crisi

La crisi economica causata dalla diffusione del Covid-19 ha provocato la crisi di aziende e figure professionali specializzati nell'organizzazione delle celebrazioni nuziali. Questi professionisti sono rimasti fermi per più di un anno, e non sono stati autorizzati a riprendere le loro attività nemmeno temporaneamente e a livello parziale, come tuttora succede per le imprese di ristorazione. Lo Stato ha sì deciso di emanare dei ristori a loro favore, ma essi sono rimasti lettera morta. Elisa Mocci, wedding planner e socia di Filiera Eventi Unita, ha fondato la Fondazione Matrimoni ed Eventi Privati. L'associazione ha già interloquito con diversi parlamentari, ma a oggi non hanno ancora ottenuto una risposta concreta (fonte: agi.it).

Le misure per il contenimento del virus permettono la celebrazione dei matrimoni in sicurezza. Ma quali sono state quelle che lo Stato ha emanato nel 2020? Per cominciare, niente più buffet, così come appendiabiti comuni, per via dei divieti di assembramento. Inoltre, sia l'uso della mascherina che il rispetto della distanza di almeno un metro e mezzo sono obbligatori sia per il personale di servizio che per gli ospiti. Infine si privilegiano i luoghi all'aperto. D'altra parte, non ci sono delle regole certe per quanto riguardano le nozze da celebrare nell'anno in corso. Tuttavia, sia le associazioni che le coppie hanno già chiesto al Governo l'introduzione di normative e tempistiche da rispettare (fonte: Roma Today).

Il calo dei matrimoni

Malgrado tutte le summenzionate misure di sicurezza, l'ISTAT riporta la notizia secondo cui i matrimoni sono diminuiti di più della metà rispetto al 2019. Allo stesso tempo, le convivenze sono aumentate, specialmente quelle che riguardano i nuclei familiari con figli. La forzata permanenza dei giovani nella famiglia d'origine è tra le cause del rinvio dei matrimoni. I divorzi, che si sono verificati sopratutto a cavallo tra il 2014 e il 2015, hanno registrato solo una leggera diminuzione (fonte: la Repubblica). Si stima che 83.000 aziende e 1 milione di lavoratori siano stati coinvolti nella crisi. Il calo di fatturato complessivo si aggira tra l'80% e il 90%. In definitiva, la prospettiva di una ripresa sembra essere ancora lontana (fonte: Roma Today).

Matrimoni: le prospettive future

*Gran parte delle cerimonie nuziali è stata rimandata nell'autunno del 2021, se non addirittura nel 2022. Ma la distribuzione dei vaccini su scala nazionale potrebbe rappresentare una speranza di ripresa sia per le coppie che per le imprese coinvolte nelle celebrazioni nuziali. *Se la campagna di vaccinazione risulterà nella copertura della maggior parte della popolazione, innescando la cosiddetta immunità di gregge, le misure precauzionali e di sicurezza saranno meno stringenti. La gente sarà più invogliata a uscire di casa anche per ragioni che non siano strettamente di necessità o di lavoro. Le coppie, di conseguenza, saranno maggiormente incoraggiate a convolare a nozze, e queste celebrazioni aiuteranno le imprese e i professionisti a riprendersi.


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