Concordato Fallimentare

Richiesta concordato per la De.Ga di Torino


Ricordiamo che la firma, nella città di Torino, ha lasciato un segno importante. “Fino alla fine ci abbiamo provato. La situazione generale andava via via aggravandosi, ma ci abbiamo creduto. Provando ancora a partecipare a una gara. Tentando ancora un'operazione. Le banche ci hanno dato fiducia, predisponendo con noi un piano prudente per la ristrutturazione del credito. Ma è proprio quando ci siamo accorti che non riuscivamo a ottemperare agli impegni presi, che abbiamo deciso di arrenderci all'evidenza”.
Sono queste le parole di Giorgio Gallesio, all'arrivo della news relativa alla richiesta di concordato che la De.Ga ha deciso di depositare nei giorni scorsi in Tribunale.
Una vita condotta dietro la guida della De.Ga, un marchio che appartiene alla storia dell'edilizia sotto la Mole, creata a Torino nel 1959 dalle famiglie Gallesio e De Giuli. L'imprenditore, ormai amareggiato, è stato vice-presidente nazionale dell'Ance ed oggi appartiene al Comitato di presidenza.

La vicenda della De.Ga è quella di molte altre imprese dislocate sul territorio

L'impresa ha realizzato opere innovative e celebri nel campo dell'immobiliare piemontese. Si pensi, ad esempio alla  recente Casa Hollywood all'avveniristico condominio di 25Verde, dalle residenze di via Aosta fino alla scuola di Biotecnologie dell'Università. Tuttavia, la sua triste vicenda si va a sommare a quella delle altre grandi aziende del settore costruzioni, che sono state trascinate completamente dalla crisi economica in Piemonte. Stiamo parlando dell'Impresa Rosso, che ha evitato il fallimento, ma ha pagato un prezzo altissimo, o la Franco Costruzioni. Ci sono poi imprese più piccole, ma ugualmente significative, come la Coimpre, la Edilgros, la Editalia, la Guerrini.

“Storicamente siamo nati con la vocazione dello sviluppo immobiliare di operazioni in conto proprio, dalla progettazione fino alla vendita e gestione, in alcuni casi – prosegue Gallesio -. Tuttavia, da alcuni anni, siamo stati costretti a muoverci anche sul fronte dei lavori in conto terzi. Ma, per riconvertire un'impresa, ci vuole tempo e i lavori effettuati per altri non consentono margini, soprattutto perché la concorrenza è spietata. Nel settore pubblico, abbiamo partecipato ad alcune gare. Come quella per la seconda tranche della scuola di Biotecnologie o per l'Energy Center. Siamo sempre saliti sul podio, ma mai al primo posto. Il fatto è che non è possibile offrire lavori al di sotto della soglia dei costi da sostenere”.

La notizia dell'arrivo del concordato sembra dare un po' di speranza, laddove dimezzare il personale non è bastato

“Il piano di ristrutturazione del debito –  continua il presidente – prevedeva fra il resto la vendita di alcuni asset. Ad esempio, siamo proprietari insieme all'Impresa Rosso dei muri del Circolo dei Lettori di Torino, per cui ci sarebbe da parte degli enti locali l'interesse all'acquisto, salvo poi scontrarsi con l'assenza delle risorse pubbliche”.
La notizia del concordato, è giunta poco prima della vigilia dell'assemblea dei soci del Collegio Costruttori di Torino, che ha riposto alla guida per altri tre anni Alessandro Cherio il quale ha deciso di dichiarare quanto segue: “Rispetto a tre anni fa, il numero dei nostri iscritti è sceso del 30%. Molti hanno deciso di chiudere, indipendentemente dall'andamento dei bilanci, perché in Italia fare gli imprenditori è troppo faticoso. Imprese storiche, come la De.Ga, scontano la difficoltà di avere una dimensione media, che non si presta alla flessibilità. Non si può dire che l'impresa abbia fatto scelte sbagliate. Le decisioni prese erano giuste, ma è come uno sciatore esperto a cui, improvvisamente, viene chiesto di scendere su un pendio privo di neve. Non è che per questo motivo sia meno esperto, ma semplicemente le condizioni sul campo sono cambiate dall'oggi al domani, senza alcun preavviso”.
Intanto nell'incertezza in merito alla tipologia di concordato, sono stati nominati due commissari dal Tribunale, i quali, nei prossimi giorni andranno ad osservare i conti dell'azienda. Il passivo che è stato sottoposto a stima raggiunge i 40 milioni. Dalla presentazione della domanda di concordato decorrono 120 giorni a disposizione perché venga presentato il piano concorsuale al Tribunale.
Si sta anche pensando di realizzare una newco, più piccola nelle dimensioni, che possa proseguire la grande storia dell'azienda.


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