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Le Regioni d'Italia con meno fallimenti d'impresa


Il fallimento imprese in Italia è una realtà sempre più presente nelle cronache nazionali a causa degli effetti della pandemia da Coronavirus. A ciò si aggiungono le conseguenti limitazioni e restrizioni. La start up SevenData S.p.A. di Milano, tramite un'apposita indagine, ha riscontrato un dato abbastanza allarmante. Infatti, le aziende che hanno conosciuto una fase di crisi soprattutto a causa dei protesti, cioè degli atti pubblici certificanti il mancato pagamento di un credito, sono aumentate del 4% tra febbraio 2020 e aprile 2021 (fonte: Corriere della Sera). Nonostante ciò, grazie alla stessa indagine, è stato possibile individuare almeno due regioni italiane in cui è stato registrato il minor numero di casi di fallimento.

I settori

Tra i settori che hanno conosciuto relativamente poca crisi, bisogna menzionare innanzitutto quello relativo ai media e all'editoria, con un -1,78%. A seguire, c'è quello relativo al commercio dei prodotti alimentari, delle bevande, dei medicinali e dei prodotti a base di tabacco. Il suddetto settore registra un -0,96%. Il settore relativo al commercio al dettaglio (prodotti alimentari, elettrodomestici, abbigliamento, articoli sportivi... ) registra invece un -0,44%. Tra le cause principali dietro a questa situazione, potrebbe esserci la minore concorrenza dei centri commerciali. Le restrizioni emanate dal governo italiano, infatti, hanno posto un freno agli assembramenti nei luoghi pubblici. Il che significa che c'è stata una minore affluenza di clienti in quei luoghi.

Il fallimento imprese in Italia ha colpito un buon numero di settori. Tuttavia, ce ne sono alcuni che sembra che non siano stati nemmeno sfiorati dal suddetto fallimento. Il primo tra questi è quello tecnologico. Esso registra un +1,6%. Quello relativo ai servizi ICT lo segue a ruota con un +2,61%. Il settore che riguarda le materie prime, le risorse naturali e le attività estrattive e manifatturiere dei prodotti di base ha conosciuto una fase di crescita piuttosto articolata. Per essere più precisi, le materie prime e le risorse naturali hanno registrato un aumento del +13,79%, le attività estrattive del +9,47% e le attività manifatturiere del +6,14% (fonte: Corriere della Sera).

La Valle d'Aosta

La prima regione meno colpita dal fallimento imprese in Italia è la Valle d'Aosta, con un -3,79%. Da una parte, è giusto riconoscere che il 70% delle aziende valdostane ha registrato un fatturato minore rispetto al periodo pre-pandemia da Covid-19. Ma dall'altra parte, l'8,2% di esse, operanti nei settori della manifattura, dell'edilizia e dei servizi alle imprese, ha riscontrato un aumento di fatturato. Solo il 12,2% ha incassato la medesima quantità di profitti rispetto al periodo precedente. I settori maggiormente colpiti dalla crisi economica sono stati invece il commercio, il turismo e i trasporti. Essi hanno registrato rispettivamente un -52,4%, un -75,5% e un -48,8% (fonti: Corriere della Sera e Ansa).

In aggiunta agli aiuti statali da parte dei governi Conte e Draghi, come i decreti Sostegni e Ristori, le imprese valdostane hanno potuto contare anche sulla regione stessa. Il mese scorso, infatti, il Sole24Ore ha comunicato la notizia riguardante la Valle d'Aosta che ha messo a disposizione delle imprese, delle famiglie e dei lavoratori colpiti dalla pandemia un pacchetto di aiuti il cui valore ammonta a circa 80 milioni di euro. Inoltre, l'8 luglio, l'Ansa ha diffuso la notizia del Consiglio Valle che ha approvato un disegno di legge a sostegno delle aziende titolari di mutui agevolati, previsti da apposite leggi regionali in relazione alla pandemia da Coronavirus (fonti: IlSole24Ore e Ansa).

Il Lazio

La seconda regione più virtuosa è il Lazio, con un -3,56%. I settori che hanno incassato i maggiori profitti sono quelli relativi alla telecomunicazione e al commercio in modalità telematica. Questo nonostante la Banca d'Italia abbia registrato un calo del PIL dell'8,4%. Tuttavia, la regione Lazio ha goduto anche di specifiche agevolazioni. Per esempio, la misura denominata "Ristoro Lazio IRAP". Infatti, è stato emesso un bando da 51 milioni di euro, a fondo perduto, che ha come principale obiettivo il sostegno della liquidità delle imprese grandi, medie e piccole che operano nei settori che hanno maggiormente sofferto la crisi economica (fonti: Corriere della Sera, Ansa e il sito della Regione Lazio).

A fronte di una perdita di ben 27 miliardi di euro e del fallimento del 18% delle aziende laziali, gli imprenditori si sono messi in moto per salvare le loro attività attraverso per l'appunto l'uso della tecnologia. Infatti, più del 154% delle aziende ha aperto un sito dedicato al commercio elettronico, mentre più del 115% sta puntando tutto sul servizio a domicilio. In generale, il Lazio risulta essere tra le due regioni che sono state meno colpite dal fallimento imprese in Italia, perché le sue aziende, al pari di quelle valdostane, hanno ricevuto un maggiore sostegno da parte degli enti regionali appartenenti alla Pubblica Amministrazione (fonti: Corriere della Sera e LavoroLazio.com).

Le altre regioni

*Le regioni che sono state meno virtuose sono la Liguria, il Piemonte e la Campania. Quelle che hanno sofferto di più in assoluto sono state la Sardegna, il Friuli Venezia-Giulia e la Calabria. Le regioni che invece hanno resistito sono state il Veneto, l'Emilia-Romagna e la Lombardia *(fonte: Corriere della Sera). Tuttavia, questi dati registrati dalla SevenData S.p.A. possono cambiare nel corso della prossima indagine. Con la campagna vaccinale e l'allentamento delle restrizioni in corso, il rilancio dell'economia italiana è infatti sempre più fattibile. Pertanto, è possibile ipotizzare che le imprese operanti nelle regioni più critiche possano tornare a incassare dei profitti di entità pari a quelli pre-pandemia, se non maggiori.

Il fallimento imprese in Italia: sintesi

La Valle d'Aosta e il Lazio sono dunque le regioni che hanno resistito alla crisi economica post-pandemia con maggiore facilità rispetto a tutte le altre. Da una parte, il maggiore uso delle risorse tecnologiche è stato determinante. Dall'altro, gli aiuti regionali, oltre a quelli statali, hanno sostenuto le aziende locali in difficoltà. In aggiunta a ciò, bisogna menzionare il blocco dei licenziamenti. Grazie a esso, 330.000 posti di lavoro sono stati salvati in poco meno di un anno dalla sua emanazione (fonti: Il Fatto Quotidiano e La Repubblica). In base a questi e altri presupposti, queste due regioni potrebbero trainare le altre e contribuire così al rilancio dell'economia made in Italy.


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