Amministrazione Straordinaria

Problemi della Nes di Belluno in amministrazione straordinaria


A Belluno i problemi causati dallo scandalo che ha investito la North East Service (Nes), l’istituto di vigilanza trevigiano legato a Luigi Compiano, sono molti.

C’è stata prima una lunga inchiesta giudiziaria, poi la messa in amministrazione straordinaria dell’impresa che ha condotto ad una riduzione del personale, con il seguente aumento del carico di lavoro sui dipendenti rimasti, costretti a turni di 12 o 13 ore, invece delle 7 ore contrattuali. Cinque o sei ore di straordinario.

La situazione, però, potrebbe mettere a rischio l’incolumità stessa dei metronotte, che magari si trovano a fare i giri notturni delle aree sotto controllo con poche ore di sonno e stanchezza al seguito.

La situazione inizia a diventare pesante. I lavoratori, dunque, chiedono un aiuto, prima che la situazione giunga a risvolti ben peggiori.

E’ la voce di Stefano Calvi, segretario della Fisascat Cisl, uno dei sindacati che segue la vicenda sul territorio, ad alzarsi tra tutte: “All’inizio la Nes disponeva di 640 dipendenti, 12 dei quali occupati a Belluno. Dopo l’inchiesta giudiziaria, nel Trevigiano hanno chiuso alcuni servizi, trovandosi con esuberi e mettendo quindi in cassa integrazione quasi 400 persone. Nella nostra provincia, invece, alcuni lavoratori hanno deciso di lasciare spontaneamente il loro impiego, cercando posti più sicuri in altre società. Alla fine alla Nes sono rimasti in otto. Non potendo l’azienda assumere, perché in amministrazione straordinaria, i vigilanti rimasti si sono visti costretti a coprire i turni e le zone dei colleghi che se ne sono andati. E così il carico di lavoro è aumentato, tanto che arrivano a fare dalle 12 alle 13 ore al giorno, invece delle sette previste. Come sindacato, ci stiamo muovendo per far arrivare quassù qualche lavoratore del Trevigiano che è finito in cassa integrazione”.

Il problema preponderante è che dalla pianura nessuno vuole salire, se a seguito di un incentivo compenso, a pagamento delle spese di trasferimento. “Stiamo cercando di mediare per ottenere questo risultato. Vogliamo dare un po’ di respiro ai dipendenti bellunesi che, per fare i metronotte, devono essere in una condizione psico-fisica equilibrata”.

La situazione potrebbe precipitare, se chi deve non interviene immediatamente, anche perché il lavoro di questi addetti è molto delicato. Da un mese si sta cercando di operare perché questi rinforzi arrivino, ma ancora non ci si è riusciti. Si spera che l’azienda e la sua amministrazione straordinaria, vadano incontro a ciò che i lavoratori richiedono, giacché a Belluno la situazione sembra ormai essere difficile da sostenere.


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