E’ stato costretto a richiedere l’intervento dei giudici per difendere un acquisto fatto all’asta ma anche, e soprattutto, la sua incolumità fisica.
Protagonista della storia è un idraulico sardo, Pietro Ghisu. Tutto inizia 5 anni fa quando il sig. Ghisu, partecipando ad un’asta giudiziaria, si aggiudica ad un prezzo molto conveniente un immobile nel quartiere periferico di Sa ‘e Sulis.
Ma dopo appena un paio di mesi, mentre esce da un pub in viale Costituzione, viene brutalmente picchiato da due aggressori che gli intimano di restituire le chiavi al vecchio titolare.
Lo sfortunato acquirente viene colpito con calci e pugni e riporta alcuni danni fisici, tra cui lesione ad un orecchio, la perdita di 5 gradi di vista ad un occhio e una frattura nasale.
Scatta subito la denuncia e vengono individuati gli autori materiali dell’aggressione che, insieme ai tre mandanti (una coppia sui sessanta anni e la loro figlia, comproprietari della casa), vengono accusati per tentata estorsione.
Dopo cinque anni si arriva in tribunale dove il dibattito si accende nei toni e lo stesso Ghisu viene individuato dalla difesa come soggetto già protagonista di episodi di simulazioni di reato.
Stando alle linee difensive gli ex proprietari avevano semplicemente tentato di avviare una trattativa per poter riacquistare l’immobile.
Innegabile è l’aggressione violenta di cui la parte civile è stata vittima cinque anni fa.