Crisi Aziendali

Pernigotti, nuovo colpo di scena


La proprietà turca di Pernigotti ha innestato a sorpresa la retromarcia annunciando al Mise l'intenzione di non cedere lo stabilimento di Novi. Escluse, dunque, le vendite ai gruppi che si erano fatti avanti nei mesi scorsi, da Emendatori, che avrebbe rilevato il ramo gelati, finito invece alla Optima, e la Spes di Torino, che già produce cioccolato e dolciumi.

Il piano della proprietà, rappresentata al Ministero da Pierluigi Colombi, direttore finanziario di Pernigotti, contemplerebbe circa 25 esuberi su di un totale di 70 dipendenti (ai quali vanno aggiunti i 50 interinali). Ma per i sindacati, che avrebbero anticipato quanto emerso dall'incontro, oltre agli esuberi non ci sarebbero certezze di sviluppo e rilancio per l'azienda di Novi Ligure. Il piano industriale di crescita moderata annunciato dai turchi, secondo la Uila, “è ancora tutto da costruire, privo di basi e garanzie, ma soprattutto di investimenti”. Di certo la modalità di comunicazione 'a cose fatte' della cessione del ramo gelati e l'esclusione a sorpresa di due investitori seri come Emendatori e Spes non hanno contribuito a portare il sereno nei rapporti tra azienda e sindacati.

La turca Toksoz, società proprietaria della Pernigotti, aveva annunciato la chiusura un anno fa. Per scongiurarla era stato quasi raggiunto un accordo con la Emendatori, che avrebbe rilevato il ramo gelati, e la Spes. Nelle ultime ore, però, tutto è saltato.


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