Curatore Fallimentare

Ordinata la chiusare de Il Centro, in 160 a rischio


Chiudono i mini-market Il Centro. Sono in 160 in tutto e ora temono di perdere il lavoro i dipendenti della catena di supermercatini di quartiere Il Centro. Dopo anni in cui si sono sentiti al sicuro, all’interno di quella che era considerata la prima società privata del settore in Toscana. Adesso il timore è di finire per strada con le loro famiglie che vivono spesso, sottolineano, solo con il reddito di chi fa il commesso o il cassiere nei supermercati. I negozi de Il Centro hanno solo quattro mesi per svuotare gli scaffali.

Il curatore fallimentare

Il curatore fallimentare ha deciso la chiusura immediata dei locali, alla quale succederà con grande probabilità un’asta, ma non si sa chi e come si presenterà per eventualmente rilevare l’attività. Ci si domanda a quanti dei 18 negozi, di cui 11 a Firenze e il resto nei dintorni o in altre parti della Toscana, sarà interessato. Quanti dipendenti potranno essere riassunti. Così almeno raccontano i lavoratori, essendo il curatore nominato dal fallimento, Sandro Quagliotti, ancora irraggiungibile.

La società

La società di Andrea e Massimo Gaito, la prima a sorpassare  a Firenze il tabù del supermercatino in centro, è fallita ai primi del maggio scorso. Il curatore ha definito i due fratelli chiaramente insolvibili, ha sottolineato varie irregolarità, decidendo di revocare l’ammissione alla procedura di concordato preventivo chiesta circa un anno fa dai Gaito. Questi ultimi, dovendo saldare i debiti con i creditori, avevano concordato un contratto di affitto dei supermercati con il  principale di questi, la Cadla spa, ovvero il loro distributore che aveva creato allo scopo due società: Convenience di cui Cadla ha l’80% e il 20% è dei Gaito e Record in cui la proporzione si inverte. Evidentemente Cadla, non potendo al momento riscuotere, aveva pensato che comunque era meglio stare dentro l’azienda anzi prenderla in affitto e poi, chissà, magari comprarla. Però poi, continua il racconto dei dipendenti, anche Cadla ha cominciato a avere difficoltà finanziarie, dopo il fallimento si è chiesta perché pagare un affitto visto che già avrebbe dovuto riscuotere circa 15 milioni, a quanto si dice ammonti il debito dei Gaito con il distributore. E così ha iniziato a non mandare il canone di affitto, ma il curatore ha chiarito che credito e affitto sono due questioni diverse e da trattarsi separatamente. L’affitto doveva essere pagato con quattro mesi di tempo per svuotare gli scaffali, sgomberare e andarsene. Bisogna chiudere.

Le ragioni alla base

Perché si sia arrivati a tanto non si sa, dopo l’iniziale entusiasmo suscitato da supermercati che per primi si sono insediati in centro, bene accolti sia dai fiorentini che si trovavano il negozio sotto casa e sia dai turisti stranieri, spesso abituati a casa loro ai piccoli supermercati del centro. E’ evidente e basta entrare in uno dei vari punti de Il Centro per accorgersi  che  negli ultimi mesi Cadla in difficoltà ha smesso di rifornirsi su larga scala, la merce scarseggia e di conseguenza i clienti cercano altrove. Ma cosa è successo prima, cosa ha portato i Gaito al fallimento? Si mormora che i due si fossero  lanciati, sulla base delle vendite ma non degli utili,  troppo oltre ciò che potevano, aprendo negozi uno dopo l’altro e anche il magazzino di Calenzano, fino a piombare in piena  crisi finanziaria.


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