La Lames di Chiavari ha ricevuto la revoca del concordato preventivo in continuità. Aldo Borrelli, il commissario giudiziale, con la sua scelta, riporta la società nel lontano 2013. In quell’anno si scongiura la soluzione del fallimento e si riuscì a far sì che la Lames portasse avanti il proprio lavoro, andando ad onorare tutte le commesse che quest’ultima aveva preso in carico.
La Corte di Appello di Genova ha deciso, però, lo scorso 15 luglio di accettare il ricorso di Aosta factor spa, la quale ha un credito che è pari a 4,2 milioni di euro verso l’azienda di Chiavari e che era presente nella lista dei creditori chirografari e privilegiati degradati, assieme all’Agenzia provinciale delle entrate, Inps e poi studi professioniali; la novità arriva dallo stabilimento di San Rufino come un pugno nello stomaco e non è gradita dato il clima caldo degli ultimi tempi.
Verso la fine di marzo il collegio giudicante del tribunale fallimentare di Genova, formato da Renato Delucchi, allora presidente, Franco Davini e Roberto Bonino, aveva rigettato i cinque ricorsi e decido di omologare il concordato preventivo in continuità. L’Aosta factor non si è lasciata scalfire ed è andata avanti, decidendo di impugnare tale verdetto innanzi alla Corte di appello, la quale aveva emesso un decreto per revocare il concordato. La decisione sembra inaspettata, ma Lames è passata all’attacco, andando a presentare un ricorso perché venga ad essere concesso un termine per depositare un piano nuovo e proporre il concordato che permetta di mantenere la continuità aziendale e di produzione e di migliorare il soddisfacimento dei creditori nonché salvaguardare circa 270 dipendenti e tutto l’indotto.
La decisione del Tribunale di Genova e il deposito del concordato
Il tribunale di Genova lo scorso giovedì ha deciso di assegnare circa 120 giorni per depositare la proposta di concordato n.35/2015 del piano. Saranno depositati anche gli altri documenti previsti dalla legge.
Il commissario Borrelli ha spiegato che la procedura dovrà essere ripresa sin dall’inizio. Com è avvenuto per circa 34 aziende nella provincia di Genova. L’eventualità di presentare un nuovo concordato evita il rischio di fallimento. Tale situazione non andrebbe a soddisfare le richieste della Aosta factor spa. Il suo ricorso andrebbe ad azzerare i lavori di questi anni e renderebbe di gran lunga più grave la situazione. Lames non è nelle condizioni del 2013, anno in cui era stata obbligata a chiedere di accedere al concordato. Attualmente ha delle commesse, è in grado di saldare dipendenti e fornitori. Circa un mese fa ha iniziato anche a pagare i crediori.
Ammissione delle Officine Grafiche al concordato preventivo
Il Tribunale di Novara ha deciso di ammettere le Officine Grafiche al concordato preventivo tanto atteso. Officine Grafiche Novara 1901 spa, è un’azienda in liquida la quale aveva depositato la richiesta di concordato preventivo, il 17febbraio scorso. Prima che il termine scadesse il Tribunale aveva deciso di assegnare un termine, dopodichè aveva rinunciato al ricorso. Il 15 luglio la società aveva presentato nuovamente istanza. Ecco che però, questa volta, il magistrato ha deciso di accoglierla.
Che cosa conteneva la domanda? Un piano che ha previsto la cessione totale dei beni ai creditori, e in tale prospettiva, la possibilità di andare a realizzare una somma di 10 milioni e 183 mila euro, i quali permetterebbero di pagare i crediti prededucibili e quelli che hanno, invece, la prelazione. Tale cifra permetterebbe, inoltre, di pagare nella misura del 7,8% e del 12,67% i debiti chirografari. Il Tribunale di Novara ha deciso di fornire un termine adeguato alla presentazione del piano e di ammettere la società al concordato. E’ stato delegato ad occuparsi della procedura il presidente della Corte, dottor Filippo Lamanna. Il commissario giudiziale che ha ricevuto la nomina è il ragioniere Govanni Borrini.
L’udienza dei creditori avverrà il 19 novembre alle 11, presso il Tribunale a Novara. L’ammissione al concordato va a chiudere un momento dell’azienda di corso della Vittoria 91, che da cinque mesi è ormai chiuso. Ci sono 142 lavoratori che hanno la cassa integrazione e il sindacato sta cercando di ottenere due anni di ammortizzatori sociali.
Si sta, ormai, rinunciando alla possibilità di riaprire l’azienda, dato che la trattativa con la Caleidograf è, ormai, stata superata. Tale azienda voleva, ormai, provvedere all’affitto dello stabilimento. Avrebbe assunto, però, solo 38 lavoratori su 142. Tale offerta è stata respinta dai sindacati. Sarebbero stati troppi i lavoratori a finire in strada.
Attraverso l’ammissione alla procedura di concordato, però, la situazione potrebbe migliorare in quanto potrebbero presentarsi delle aziende interessate ad investire a costo basso.