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Nuova analisi sull'andamento delle aste immobiliari in Italia


L’Ufficio Studi di Ribes ha recentemente compiuto una ricerca sull’andamento delle aste immobiliari all’interno del nostro Paese, scoprendo in che modo le modifiche normative recentemente avvenute, e il carattere di urgenza che riveste il tema dei crediti in sofferenza e quelli deteriorati (i c.d. “NPL”, i non performing loans) hanno prodotto effetti controversi e difficilmente sintetizzabili agli occhi di chi analizza i dati riassuntivi del comparto.

I dati di Ribes

Più nel dettaglio, esaminando i dati di Ribes a livello nazionale, e procedendo poi a un raffronto dei dati statistici nelle due rilevazioni successive (la prima effettuata a maggio 2014, la seconda a maggio 2016), emergono alcune informazioni particolarmente significative (e non inattese) sulle procedure aperte, sui lotti chiusi, sulla durata media delle pratiche e delle procedure, e sulle percentuali medie di realizzo.

Ebbene, iniziando a scorrere i dati di sintesi di Ribes (il totale dei procedimenti monitorato a metà dell’anno è pari a 270 mila unità), emerge come gli immobili a destinazione residenziale siano quelli che raggiungono più facilmente l’esito definitivo dell’asta, rispetto agli immobili di natura commerciale, o a quelli che appartengono al settore terziario e a quello produttivo. A conferma di ciò, si ricorda come il peso di tale tipologia nei lotti chiusi al mese di maggio 2016 sia pari all’89 per cento di tutti gli immobili che sono coinvolti all’interno di procedure d’aste definite, contro l’82 per cento degli immobili residenziali presenti nei lotti aperti.

La percentuale media di realizzo

Per quanto attiene la percentuale media di realizzo, nel passaggio d’anno si è registrata una flessione di circa il 10% (periodo di confronto: 2014). Tuttavia, diversamente da quanto avviene per la percentuale media di realizzo, la durata media delle pratiche – in termini d’anno – non registra delle variazioni ben tangibili: in Italia, infatti, le procedure esecutive hanno una durata media di 5 anni, arrivando invece a 7 anni dunque, ben 2 anni in più rispetto alla media) per quanto attiene gli immobili di natura commerciale.

Sul fronte degli altri elementi, l’analisi per aree geografiche pare confermare la situazione a macchia di leopardo che si registra all’interno della nostra nazione. A incidere – come ben intuibile – sul dato, è soprattutto l’efficacia e il livello di funzionalità di ogni singolo tribunale. Complessivamente, comunque, ogni tribunale impiega mediamente 26 mesi dalla data di iscrizione a ruolo, per la pubblicazione del primo avviso d’asta. Permangono comunque delle oscillazioni dei dati particolarmente significative, dove non mancano le best practice con dati ben al di sotto di tale media, e aree in cui invece si manifestano dei dati sopra la media suddetto.

Nel corso dei prossimi giorni sono previsti in corso di pubblicazione nuovi report sull’attività dei tribunali e sull’andamento delle aste immobiliari all’interno del nostro Paese. Continueremo a tenervi aggiornati sulla loro diffusione, sintetizzando le conclusioni formalizzate.


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