Il nuovo capo della sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo, Giovanni D'Antoni, e il presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale, hanno recentemente varato una circolare che punta a riorganizzare l'ufficio fallimentare, andando a porre alcune linee guida che dovrebbero migliorare l'efficienza dei processi della struttura. E, sottolineano i critici, cercando di mettere qualche pezza nelle polemiche che sono sorte negli ultimi anni in merito all'opacità di alcune vicende interne al palazzo di Giustizia.
Nomina dei curatori
In tal senso, non sfugge certamente che alcuni dei principali principi su cui si basa la circolare siano la ricerca di una migliore trasparenza e competenza. A cominciare dalla voce legata alla nomina dei curatori da parte dei giudici: viene infatti previsto che tutti coloro che sono interessati, e sono in possesso del curriculum adeguato, debbano fare una specifica istanza.
Ne consegue che, come diretto effetto di quanto sopra, non ci saranno più investiture dall'alto da parte di magistrati, bensì una domanda da parte dell'aspirante curatore, che al momento della nomina - si legge nella circolare - "dovrà allegare l’elenco degli incarichi ricevuti come curatore, commissario, liquidatore, legale, coadiutore o consulente, sia attualmente pendenti che già ricevuti (anche se esauriti)".
C'è inoltre il tema delle nomine che sono state fatte dai curatori. Ad ogni avvocato, perito, consulente, coadiutore, infatti, non possono essere assegnati più di 20 incarichi l'anno. Ulteriormente, sancisce la circolare, "ciascun curatore non potrà nominare lo stesso legale o lo stesso tecnico per più di tre volte nel corso dello stesso anno", con lo stesso tetto che viene previsto anche per le nomine dei curatori da parte dei giudici.
Ancora, a conferma della "rivoluzione" in atto, i curatori "dovranno inoltre astenersi dal nominare come legali altri professionisti inseriti nel proprio studio". Ma servirà tutto questo per poter riportare una maggiore efficienza e trasparenza all'interno della sezione Fallimentare?
Le opinioni sembrano essere piuttosto contrastanti. Dinanzi a chi ritiene che tali mosse siano ben utili per poter riportare la "normalità", altri ritengono invece che si tratti di mosse non particolarmente fruibili per poter raggiungere gli obiettivi della chiarezza e della già accennata trasparenza.
Eppure, la rivoluzione sembra essere partita comunque, a patto che sia tale. Alla ricerca di quella normalità perduta o, forse, mai vissuta in un luogo in cui - sottolineava il quotidiano La Repubblica nell'edizione palermitana - si sono viste nomine di giovani alle prime armi per poter gestire fallimenti milionari, o ancora "giovani figli di magistrati o di noti professionisti (che) hanno fatto una carriera fulminante alla Fallimentare, negli ultimi due anni rimasta senza un presidente".
Non ci resta che comprendere quali saranno i primi effetti di un provvedimento che continua a far discutere e che, sembra, potrebbe essere presto seguito da qualche altra linea operativa...