Pignoramenti

Norma governo su impignorabilità  del decreto legge n.126


Il decreto riporta in auge l’impignorabilità dei beni delle Regioni in piano di rientro in caso di pagamenti mancati ai fornitore, in particolare per quanto riguarda il settore sanitario, andando a recepire la proposta del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro dopo la sentenza della Consulta dei mesi scorsi che dichiara la incostituzionalità della norma.

La sentenza ha avuto come risultato il blocco degli stipendi della Asl Napoli 1 di luglio e agosto.

La Corte Costituzionale aveva annullato con la sentenza 186 del 2013 l’impignorabilità delle somme delle aziende sanitarie nelle Regioni che erano sotto il piano di rientro, rinviando il principio alla legge 67 del 1993 che già stabiliva quanto detto.

La Consulta in passato aveva ritenuto parzialmente incostituzionale la previsione, in quanto non veniva chiarita la necessità di quantificare trimestralmente e preventivamente le somme da tutelare, che avrebbero dovuto anche essere vincolate al pagamento dei fornitori secondo l’ordine di ricevimento delle fatture.

Il decreto legge ha dunque ripreso la legge del 1993 con la successiva modifica, andando a prevedere che le somme dovute alle imprese a qualsiasi titolo dalle Asl, dagli ospedali e dagli Irccs, non siano sottoposte a esecuzione forzata, nei limiti degli importi corrispondenti agli stipendi e alle competenze che spettano al personale dipendente o convenzionato, e in base ai fondi a destinazione vincolata, essenziali ai fini dell’erogazione del servizio sanitario.

Dunque, non vi è alcuna possibilità di accedere ai pignoramenti visto che tutte le risorse delle Asl sono assorbite da tali funzioni. Il meccanismo prevede che sia il tesoriere dell’Asl ad adottare la delibera di impignorabilità, andando ad indicare quali siano le somme a cui si riferisce e rendendole subito disponibili alle aziende, anche in caso di notifica di pignoramento o procedura esecutiva e senza la necessità di una pronuncia giurisdizionale in via preventiva. Nel momento in cui c’è la delibera, l’azienda deve emettere mandati come quelli previsti dal vincolo di destinazione, seguendo l’ordine cronologico delle fatture per i pagamenti, rispettando la sentenza 285 del 1995 della Consulta.


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