Luigi Tosti era balzato agli onori della cronaca per essersi reiteratamente rifiutato di tenere udienza in aule nelle cui pareti era appeso un crocifisso. Dal 2006 gli era stato interrotto il versamento dello stipendio ed era stato momentaneamente sospeso dalle funzioni, ora invece è arrivata la pesante sanzione imposta dalla Sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura: è stata decisa la rimozione definitiva dall’ordine giudiziario.
L’ex giudice si era in passato rifiutato di presiedere ben 15 udienze: ne era conseguita un’azione disciplinare ma anche a seguito di questa la posizione di Tosti era rimasta ferma.
La Procura generale della Cassazione ha ravvisato in questo una violazione grave della “diligenza e laboriosità” che la professione richiederebbe. Un atteggiamento di convinta opposizione ad una legge risalente al 1926 di cui Luigi Tosti ha più volte sottolineato l’essenza anacronistica.
L’ex magistrato, irremovibile sulla sua visione della faccenda, promette da subito di ricorrere alle sezioni unite civili della Cassazione e, se necessario, anche alla Corte europea in nome del principio costituzionale supremo di laicità.
Mentre aveva luogo il procedimento contro il giudice di Camerino, fuori dal palazzo dei Marescialli, sede del Csm, un gruppo di rappresentanza dei radicali ha protestato per sostenere Tosti, che in aula ha optato per autodifendersi. Il quesito è: portare avanti proprie idee, più o meno rispettose delle leggi vigenti, avvalendosi dell`autosospensione da un pubblico servizio, oppure, continuare il proprio lavoro, rimarcando magari la personale contrarietà a veder appeso un crocifisso al muro? La questione rimane aperta.