Il filo della speranza diventa sempre più sottile
Circa quindici mesi fa fu presentata al Tribunale la richiesta di concordato preventivo da parte della già ex proprietà - la “Cantieri del Pardo Holdings srl” - e a oltre 6 dalla sua ammissione avvenuta a inizio dicembre, è arrivata l’attesa decisione del giudice Alberto Pazzi. No omologazione del concordato preventivo, questo è quanto deciso.
La sentenza rischia di avere un forte peso sulle prospettive dell’azienda nautica che attraverso l’affitto di un suo ramo a un nuovo investitore (la “Cantieri del Pardo spa”) avvenuto nell’ottobre scorso aveva aperto un agognato spiraglio per la continuità dell’insediamento industriale di Villa Selva e il mantenimento della produzione anche se, inizialmente, riguardava semplicemente circa venti imbarcazioni e a 35 lavoratori su oltre 140.
La volontà di riproporre il concordato
Anche Fillea-Cgil, Feneal-Uil e Filca Cisl hanno confermato la notizia che, sulla base delle informazioni in loro possesso, vanno a spiegare come la decisione del giudice abbia tratto le proprie motivazioni sia dalla scarsa chiarezza legata al passaggio di proprietà al Gruppo Bavaria avvenuto nel 2010 sia delle operazioni finanziarie in uscita che, però, l’amministrazione aziendale assicura abbiano poi portato al ritorno dei capitali nei bilanci societari. Tali dubbi hanno portato al no sull’omologazione. I Cantieri del Pardo possono imboccare due strade: rassegnarsi e portare i libri contabili in Tribunale entro metà luglio andando poi a dichiarare il fallimento, oppure presentare una nuova richiesta di concordato.
Queste le parole di Ruggero Gandolfi: “Abbiamo sentito l’amministratore delegato Ruggero Gandolfi che ci ha informato della volontà di riproporre il concordato. Prima, però, è necessario per la proprietà confrontarsi sul giudice per capire se sia possibile apportare correttivi alla proposta e, nel caso, quali. Se ce ne fosse la possibilità (ma non è affatto certo ndr) per un nuovo concordato servirebbero almeno 3 o 4 mesi durante i quali non ci saranno ripercussioni sugli ammortizzatori sociali già deliberati, ma si può correre il rischio venga bloccata dall’azienda la procedura per chi ha optato per la mobilità volontaria”.
I prossimi passi previsti
Giovedì alle 18 nella sede della Cgil di Forlì verrà tenuta un’assemblea dei lavoratori, che è stata già programmata. In attesa di notizie sono soprattutto i 108 dipendenti che da dicembre non percepiscono più un euro essendo le risorse della cassa integrazione straordinaria a zero ore, ancora bloccate dopo la richiesta di rinnovo che giunge a febbraio. “I nostri rappresentanti a Roma continuano a sollecitare e sappiamo che la pratica è in dirittura d’arrivo. Il decreto ministeriale potrebbe uscire tra un mese, dopo di che si potranno liberare i fondi retroattivamente sino al 5 dicembre 2013”. Probabilmente, però, i soldi non arriveranno in tasca ai lavoratori prima di ottobre.