Crisi Aziendali

"Valtur, nessun piano di rilancio". Si temono i licenziamenti


Fumata nera per Valtur. Dopo l'incontro del 14 marzo al Ministero i sindacati sono convinti che - dietro la richiesta di concordato in bianco della scorsa settimana - non ci sia un piano di rilancio. Luca de Zolt, della Filcams Cgil nazionale, ha infatti spiegato che la proprietà  "non continuerà a investire ma rinegozierà i contratti e cederà ciò che riesce a cedere. Non c'è un investitore pronto a comprare tutto il perimetro, l'intenzione è quella di liquidare pezzo per pezzo e chiudere", ha detto. Dietro l'angolo potrebbe anche esserci la procedura per il licenziamento collettivo. Al momento le prenotazioni nei villaggi turistici sono bloccati. Nel gruppo lavorano un migliaio di persone, 

Anche Elena Vanelli della Fisascat Cisl si diece "esterrefatta" e parla di un "marchio che rappresenta l'Italia mandato al macero". Gabriele Fiorino della Uilticus le fa eco: "Se non interviene nessun elemento di novità il marchio si frantuma". La speranza dei sindacati è che intervenga un compratore in grado di comprare l'intera azienda. Pochi giorni fa i lavoratori sono scesi in piazza a Milano. Secondo quanto riportato dai sindacati al Corriere della Sera i numeri sono sì in rosso ma non drammatici: "Basterebbero 20 milioni di euro per affrontare la stagione estiva". 

 

 


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