Il clamoroso caso di bancarotta
Sono sempre girati molti soldi nel calcio italiano, questo ha destato spesso critiche, sin dai lontani anni ’90, gli anni in cui il calciomercato crebbe in maniera violenta.
Soldi e pallone sono, dunque, diventati un binomio importante, non è facile scioglierlo.
Roberto Mancini sta rischiando di essere processato per una bancarotta fraudolenta di un milione e novecentomila euro. Ma la procura ha chiuso l'indagine anche nei confronti dell'ex calciatore e Marco Mezzaroma. Sono entrambi accusati di aver partecipato al dissesto finanziario della Img Costruzioni, società immobiliare fallita il 24 gennaio 2013. L’ex allenatore della Lazio e Mezzaroma sarebbero coinvolti nei magheggi finanziari operati da Stefano Gagliardi, avvocato noto per essere stato arrestato nel 2011 per un fatto analogo, la bancarotta fraudolenta della Innovia Tec. In quel caso gli venne contestato di aver sottratto al Fisco 100 milioni di euro. Il pm Stefano Fava ha chiuso l’inchiesta anche nei confronti di Umberto Lorenzini, 78 anni, usato da Gagliardi come prestanome per nascondere le sue attività.
Gli investimenti circolavano su fatture inesistenti
La vicenda è molto intricata e si alternava tra società fittizie, scatole cinesi e la circolazione di investimenti attraverso fatturazioni di operazioni inesistenti. Il coinvolgimento di Mancini e Mezzaroma nel fallimento della Img Costruzioni è indiretto, come risulta dalle indagini del pm Fava. Non hanno nessuna quota della società fallita. Entrambi sono, però, soci della Mastro, azienda specializzata nel campo delle costruzioni. L’insieme delle accuse rivolte all’ex fantasista della Sampdoria e all’immobiliarista si va a definire nel triennio 2006-2009.
Cosa è accaduto dal 2006 al 2009
La prima parte di denaro è sparita dai bilanci della Img nel 2006: si tratta di 997 mila euro che gli indagati avrebbero distratto attraverso un giro di fatturazioni nate da operazioni fittizie. Nei due anni successivi, la Mastro ha versato circa 838mila euro alla Img Costruzioni. Queste somme sarebbero rimaste poche ore nelle casse completamente svuotate dalla società. L’allora amministratore unico si sarebbe occupato subito di far tornare i soldi nelle tasche di chi li aveva versati.
Lorenzini avrebbe ricavato per se 253mila euro con assegni circolari. Altri 299mila euro sarebbero stati prelevati sempre con lo stesso sistema e questa tecnica avrebbe permesso la spartizione del "bottino": l’anziano avrebbe intascato 35mila euro mentre Gagliardi e Mezzaroma - secondo l’accusa - si sarebbero divisi 24 mila euro in parti uguali.
I rimanenti 240mila euro sarebbero stati girati ad altri soggetti estranei alla Img ma riconducibili ma sarebbero sempre ricollegabili, stante quanto previsto dalla Procura, allo stesso Mezzaroma, a Gagliardi e Mancini. Identico metodo sarebbe stato utilizzato per far sparire altri 187 mila euro. La Img è stata dichiarata fallita il 24 gennaio di un anno fa, quando emerse un passivo fiscale di quasi 2 milioni di euro e un debito d’imposta di oltre 400mila euro.