Con il mercato virtuale l'asimmetria informativa sta raggiungendo nuove forme e si apre, dunque, il dibattito.
La difficoltà nel conoscere le quotazioni in galleria
Di recente si è diffuso l'utilizzo di database come Artprice o Artnet da parte dei collezionisti, si era anche pensato che l’ultimo ostacolo da abbattere per una maggiore informazione e trasparenza dei prezzi delle opere d’arte poteva essere la difficoltà con cui si possono conoscere le quotazioni esatte delle gallerie. Il problema però permane non solo nei prezzi di compravendita delle trattative private, ma anche in merito alla sfera “pubblica” come quella delle vendite online, oggi sempre più diffuse, che avrebbero dovuto consentire, in teoria, ad ufficializzare le quotazioni.
Il problema delle aggiudicazioni omesse
I collezionisti che consultano i database online per ricercare la convenienza o meno di un futuro oggetto da acquistare, o per verificare i prezzi di mercato delle opere di un artista della collezione, credendo di riuscire a trovare tutti i risultati delle transazioni pubbliche d’asta, spesso non sa che, invece, molte aggiudicazioni non vengono proprio insierite. Sono le opere che sono vendute nelle aste online, che appartengono per la maggiore alla fascia più bassa del mercato, ovvero quella al di sotto dei 5mila dollari, che rappresenta però il 68% delle transazioni totali (Artprice Report 2013). Spesso, infatti, succede che le transazioni online, una volta che l'asta è stata aggiudicata, sparisce. E questo accade nei maggiori portali di vendita d’arte online appena nati, ma anche per numerose vendite che vengono svolte dalle grandi case d’asta solo online, di cui non è possibile, poi, trovare nulla sul web.
Il Rerport del 2014 sull'Art Market parla di un ampio giro di affari
Stando all’Art Market Report 2014 pubblicato dalla European Fine Art Foundation, nel 2013 case d’asta, gallerie e società online hanno raggiunto oltre 2.5 miliardi di euro di opere d’arte online, circa il 5% del mercato globale, un dato non trascurabile. Un ampio giro d’affari e quindi una grande perdita di informazioni, se non, poi, pubblicate sui database, ciò sembra andare a discapito dei collezionisti e a favore degli addetti ai lavori, che sono quelli che ne beneficiano. L'assenza di trasparenza fa sì che nel mercato diventi più facile per i venditori rimettere in circolazione in breve tempo un’opera che ha fallito la vendita, non solo, valutare la dimanda senza timore di fallire, soprattutto nel caso di autori minori che non hanno un mercato ampio. Se l’opera resta invenduta, è possibile tentare la vendita anche il giorno successivo, senza che ci siano tracce sul web. Questo è un grandissimo vantaggio per i venditori, non restano traccia degli esiti negativi precedenti.
Il fatto che non vengano pubblicati i risultati di vendita on line non concerne tuttavia solo la fascia bassa del mercato: ad esempio non è stato possibile trovare nei database una traccia dell’attuale record di un grande artista come Richard Serra. Se si cerca il prezzo più alto battuto per una sua opera cartacea, compare un lavoro del 1982 intitolato Alameda Street, aggiudicato a 701mila dollari lo scorso maggio. C'è stato, però, un disegno del 2009, Pamuk, venduto in un’asta esclusivamente online di Christie’s sempre a maggio 2014, ma di cui compare solo un comunicato stampa. C'è poi l'uovo gigante firmato Jeff Koons, battuto a 900mila dollari ad aprile 2014 sulla piattaforma online Paddle8 per l’asta Fabergé Big Egg Hunt. Neanche qui vi sono risultati, sebbene la partecipazione agli incanti di Paddle8 sia quadruplicata tra 2012 e la prima metà del 2014, ha toccato i 15 milioni di dollari di fatturato.
Il binomio in via d'espansione arte-internet
Le vendite on line negli ultimi anni stanno raggiungendo risultati inaspettati e riguardano un business interessante, con un pubblico senza limiti. Il binomio arte-Internet è un bacino ancora in via di espansione, quindi non ancora sottoposto a norme severe e che lascia ampi margini di libertà agli operatori del settore. Il collezionista Leon Black ha comprato attraverso la sua casa editrice Phaidon Press una delle piattaforme di vendita d’arte online più interessanti del momento, Artspace.com, che nel 2013 aveva comprato VIP Art, una fiera on line. Anche le storiche Christie’s e Sotheby’s stanno investendo su Internet. Nel 2013 le aste online di Christie’s hanno raggiunto oltre 20 milioni di dollari, con circa 49 aste, frutto degli oltre 50 milioni investiti in tre anni. Sotheby’s ha stipulato un accordo con eBay, puntando sull'ingrandire il fatturato del mercato dell’arte online a 13 miliardi di dollari entro il 2020.